"Da domani stesso darò indicazione a tutti i responsabili della pubblica sicurezza delle forze dell'ordine di andare a controllare uno per uno, con l'obiettivo di chiuderli tutti".

Il ministro dell'Interno Matteo Salvini stavolta si scaglia contro i negozi di cannabis light sparsi per l'Italia. Anzi, come dice il vicepremier "i presunti negozi turistici di cannabis, che per quanto mi riguarda vanno sigillati perché sono un incentivo all'uso e allo spaccio di sostanze stupefacenti. Ce ne sono più di mille al di fuori di ogni regola e di ogni controllo".

"Non aspetto i tempi della giustizia - ha aggiunto durante un incontro al Viminale -. Esercito quello che è in mio potere come ministro dell'Interno. La droga è un'emergenza nazionale devastante. Ho avuto conferma di quello che avevamo intuito: c'è una questione educativa".

"Identico approccio - assicura - adotteremo per tutte le feste delle canne e della cannabis d'Italia. Chiederò che siano vietate tutte. Lo Stato spacciatore non è lo Stato di cui faccio il ministro".

I RADICALI - L'approccio di Salvini ha scatenato le ire dei Radicali, da sempre in prima fila per il controllo e la legalizzazione delle droghe leggere.

"Salvini vuole fare una guerra alla droga - scrivono in una nota -. Bene: contro i grandi narcotrafficanti? Contro la camorra, la 'ndrangheta, la mafia? Macché. Dopo aver mandato migliaia di agenti in pochi mesi a cercare nelle scuole qualche grammo qua e là di cannabis, ora lancia la sua offensiva contro i negozi di cannabis light. Il ministro dell'Interno segue il copione per cui il proibizionismo punta al basso: ai consumatori. E lascia liberi i grandi trafficanti".

(Unioneonline/D)
© Riproduzione riservata