La richiesta del tribunale dei Ministri è molto precisa: l'organo giudiziario speciale vuole sapere se il ministro Salvini ha agito nell'interesse del Paese e non se ha abusato del suo potere compiendo così un reato visto che la Procura di Catania si è già espressa.

Il magistrato Carlo Nordio, titolare di molte inchieste importanti tra cui quella sul Mose di Venezia e oggi in pensione, è stato chiaro.

La richiesta di autorizzazione a procedere contro il vicepremier, su cui si dovrà esprimere il Parlamento, non deve valutare l'azione di Matteo Salvini svincolata dal contesto istituzionale perché sul tema il Procuratore siciliano Carmelo Zuccaro ha già decretato l'archiviazione dell'accusa.

Per la Procura di Catania non ci fu nessun reato da parte del Ministro dell'Interno.

L'azione del Tribunale dei Ministri, ha spiegato Nordio, sarebbe portata avanti, se approvata dal Parlamento, da un collegio giudicante del Tribunale di Catania che troverà la Procura contraria all'azione stessa.

Un pasticcio istituzionale che il M5S sembrerebbe incentivare visto che ha preannunciato il Sì all'autorizzazione a procedere contraddicendo la stessa decisione del Consiglio dei Ministri che approvò collegialmente la proposta di Salvini sul caso Diciotti.

Il capo politico dei 5 stelle ha spiegato, in più occasioni, che per il Movimento non ci si sottrae in nessun caso al giudizio della Magistratura, è uno dei capisaldi della ideologia pentastellata.

Gli osservatori fanno, però, notare che in questo caso la questione è squisitamente tecnica e Carlo Nordio, nell'intervista televisiva di questa mattina, ne ha chiarito i contenuti.

Non solo.

Secondo l'ex magistrato, in caso di approvazione dell'autorizzazione a procedere, dovrebbero andare a processo tutti i componenti del Consiglio dei Ministri presenti alla seduta, compreso il premier Conte, e favorevoli alla proposta del ministro Salvini ai sensi dell'art.110 del Codice Penale che disciplina la fattispecie del "concorso" in un reato.

L.P.
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