Il pil dell'Italia cresce dell'1,2% nel 2018 e dell'1,0% nel 2019, registrando la crescita più bassa fra i paesi dell'area euro, nonostante la revisione al ribasso delle stime per Germania e Francia.

È quanto emerge dai dati del Fondo monetario internazionale contenuti nel World Economic Outlook in cui si ribadisce - come già avvenuto nelle previsioni di luglio - il taglio di 0,3 punti per il pil italiano nell'anno in corso rispetto alla prima valutazione fornita ad aprile scorso.

"In Italia le passate riforme pensionistiche e del mercato del lavoro dovrebbero essere preservate e ulteriori misure andrebbero perseguite, quali una decentralizzazione della contrattazione salariale per allineare i salari con la produttività del lavoro a livello aziendale", ha precisato il Fmi invitando il nostro Paese a preservare la riforma Fornero.

Per l'Italia "è imperativo che le politiche fiscali preservino la fiducia dei mercati".

"Abbiamo visto lo spread aumentare e questo ha contribuito al downgrade", ha spiegato il capo economista del Fondo monetario internazionale, Maurice Obstfeld.

L'Italia "è più a rischio" rispetto a potenziali "shock" ed è importante "che il governo operi nel quadro delle regole europee", si legge ancora nel rapporto.

Buone notizie, invece, sul fronte del lavoro. Il tasso di disoccupazione in Italia è previsto un calo dall'11,3% del 2017 al 10,8% di quest'anno. Per il 2019 si attende il 10,5%.

Il debito pubblico è atteso in calo dal 131,8% del 2017 al 130,3% del pil quest'anno e al 128,7% del pil nel 2019, scendendo al 125,1% nel 2023. Il deficit è atteso scendere dal 2,3% del 2017 all'1,7% nel 2018 e nel 2019, per attestarsi al 2,2% nel 2023.

(Unioneonline/s.a.)

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