Ci sarà anche il presidente eletto Joe Biden nella sfilza di big che si vaccineranno pubblicamente contro il Covid-19.

Il successore di Trump lo farà lunedì e non solo per la sua età a rischio (78 anni) ma anche per rafforzare la scarsa fiducia degli americani nel vaccino nonostante il primato mondiale negativo degli Usa, che hanno superato i 17 milioni di casi e le 307mila vittime, di cui 3.656 nelle ultime 24 ore: secondo un sondaggio Reuters-Ipsos, solo il 61% si dice pronto a ricevere la dose, al di sotto di quel 70% ritenuto necessario dagli esperti per raggiungere l'immunità di gregge.

La vicepresidente eletta Kamala Harris sarà invece vaccinata la settimana successiva. Lo faranno anche gli ex presidenti Barack Obama, George W. Bush e Bill Clinton. Ieri è stato il turno del vicepresidente Mike Pence, capo della task force anti virus della Casa Bianca: "E' l'inizio della fine del virus. Il vaccino è sicuro ed efficace, è un miracolo della medicina", ha esultato il vice di Donald Trump.

Pence si vaccina (Ansa)
Pence si vaccina (Ansa)
Pence si vaccina (Ansa)

Iniezione anche per la moglie Karen Pence e il "surgeon general" Jerome Adams, il capo operativo della Sanità. E il presidente uscente Trump? Per il momento no: "Gli verrà somministrato quando il suo team medico deciderà che è il momento giusto", fa sapere la Casa Bianca.

I vaccinati "famosi" non si moltiplicano solo negli Stati Uniti ma anche nel mondo: ha detto sì alla pubblica iniezione il premier israeliano Benjamin Netanyahu, che lo ha fatto proprio oggi in diretta tv dall'ospedale Tel Hashomer di Tel Aviv.

L'iniezione a Netanyahu (Ansa)
L'iniezione a Netanyahu (Ansa)
L'iniezione a Netanyahu (Ansa)

"Credo in questo vaccino - ha detto -. Possiamo uscire dalla pandemia insieme. E' un giorno importante per Israele. Tutti devono vaccinarsi e il mio è un esempio personale". Con lui anche il ministro della Salute Yuli Edlstein, anche lui sottoposto a vaccinazione. L'operazione è stata chiamata "date una spalla", equivalente in ebraico di "date una mano".

Nel Regno Unito (dove la campagna è già iniziata) lo faranno la Regina Elisabetta e il principe Filippo, che con i loro 94 e 99 anni fanno parte della categoria più a rischio.

(Unioneonline/D)
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