Un commando armato mette a ferro e fuoco Vienna. Attacco multiplo ieri sera in una città affollata di gente alla vigilia del lockdown, con una dinamica che assomiglia alla tragica notte del Bataclan di Parigi, quando il 13 novembre di 5 anni fa diversi attentatori aprirono il fuoco a caso nei locali.

Il bilancio ufficiale fornito dal capo della Polizia Gerhard Puerstl al momento è di quattro passanti (due uomini e due donne) e un terrorista (un austriaco di origine macedone) morti e numerosi feriti gravi, almeno una quindicina. Anche un poliziotto è rimasto ferito in uno scontro a fuoco.

Tutto ha inizio intorno alle 20 vicino alla Sinagoga nella Seitenstettengasse, pieno centro della capitale austriaca. Mentre molte persone si godono l'ultima libera uscita prima della serrata anti-Covid, i primi spari e un'esplosione (forse uno degli assalitori si è fatto esplodere).

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Ma nessuno ha confermato che il luogo preso di mira fosse il luogo di culto ebraico: il commando, composto da "molti sospetti armati di fucile", ha sparato in sei diversi luoghi della città, e la polizia ha dato il via a una massiccia caccia all'uomo, affiancata dall'esercito. Alcuni sospetti sono stati catturati, altri sono in fuga. Gli attentatori sarebbero "almeno quattro".

Pochi i dubbi sulla matrice dell'attacco: il terrorista ucciso dalla polizia, ha riferito il ministro dell'Interno Karl Nehammer, era un "simpatizzante" dell'Isis. Diversi gruppi jihadisti sostengono che l'attacco "fa parte del conto per il coinvolgimento austriaco nella coalizione a guida americana", anche se al momento non c'è alcuna rivendicazione ufficiale.

Il principale attentatore avrebbe annunciato su Instagram il suo gesto, postando alcune foto, lunedì. Lo scrive la Bild. Il tabloid afferma che gli inquirenti ritengono "probabile" che i post di un jihadista sul social network siano proprio dell'attentatore rimasto ucciso nell'agguato di ieri a Vienna.

Fejzulai Kujtim, questo il suo nome. Aveva vent'anni ed era stato condannato a 22 mesi di carcere il 25 aprile 2019 per aver tentato di andare in Siria e affiliarsi all'Isis. Era stato liberato il 5 dicembre, con anticipo. In quanto giovane adulto rientrava infatti in un regime privilegiato previsto dalla legge a tutela dei giovani.

Il ministro ha invitato le persone a non uscire di casa. L'emergenza è ancora in corso, le scuole sono chiuse e massicci controlli si estendono anche ai confini austriaci.

I social si sono riempiti di immagini raccapriccianti, testimoni raccontano di aver udito almeno 50 spari. Non confermata l'informazione fornita da alcuni media su una presunta presa d'ostaggi in un ristorante giapponese.

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"Un attacco terroristico disgustoso", ha detto il cancelliere Sebastian Kurz, "l'Austria non si lascerà intimidire dal terrorismo". Kurz ha confermato che "alcuni attentatori sono ancora in fuga, sono ben equipaggiati e hanno agito in modo professionale".

"Noi dobbiamo essere coscienti che non c'è una una battaglia fra cristiani e musulmani, o fra l'Austria e i migranti. No. Questa è una lotta fra le molte persone che credono nella pace e alcuni che auspicano la guerra. È una lotta fra civiltà e barbarie. E questa lotta l'affronteremo con ogni determinazione", ha detto il Cancelliere.

L'Europa intera ha condannato "un atto codardo". "I nemici devono sapere con chi hanno a che fare, non ci arrenderemo", ha detto Macron. "Non c'è spazio per l'odio e la violenza nella nostra casa comune europea", ha twittato Giuseppe Conte. Anche Mattarella ha mostrato "vicinanza" all'Austria e condannato il "vile" attacco.

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(Unioneonline/L)
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