Nuove ombre sulla Cina per la mancata trasparenza sull'origine della pandemia di coronavirus.

Secondo quanto rivelato da un'inchiesta dell'Associated Press, basata su documenti riservati delle Nazioni Unite, le autorità di Pechino avrebbero ritardato la comunicazione dei dati sulla prima diffusione del Covid-19 e, in alcuni casi, non avrebbero esitato addirittura a nascondere informazioni preziose, provocando la "frustrazione" dei vertici dell'Organizzazione mondiale della Sanità.

Sulle responsabilità di Pechino è tornato oggi anche Anthony Fauci, immunologo di fama internazionale e componente della task force della Casa Bianca per la gestione dell'emergenza Covid-19.

''Con la comunità scientifica in Cina abbiamo sempre avuto una relazione molto buona e una buona collaborazione, ma questa volta non abbiamo avuto molta trasparenza dalle autorità in comando", ha detto Fauci. "Ad esempio - ha aggiunto - nelle prime settimane di questa epidemia, abbiamo chiesto più volte di poter inviare i nostri medici e i nostri epidemiologi in Cina per capire cosa stava succedendo, per poter avere degli elementi per capire come dovevamo rispondere quando l'inevitabile sarebbe accaduto, quando avremmo avuto dei casi negli USA. Ma - ha concluso - le autorità cinesi per lungo tempo non ci hanno permesso di andare lì e di capire quello che stava succedendo a Whuan''.

(Unioneonline/l.f.)
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