Mascherina sul viso e disinfettante a portata di mano. Così Fabrizio Urru, cagliaritano 34enne, si difende dal coronavirus a Changsha, meno di quattro ore di macchina da Wuhan, epicentro dell'epidemia. I due centri sono uniti da una strada lunga 340 chilometri, una linea blu che sparisce nella carta del gigante d'Oriente. La famiglia Urru, proprietaria della pizzeria Tre Archi a Cagliari, nel dicembre del 2018 ha aperto il ristorante La Romana all'interno del parco che si trova appunto nella capitale della provincia cinese di Hunan.

«Se si rispettano le prescrizioni non c'è da preoccuparsi, il rischio è praticamente nullo - racconta Fabrizio Urru al telefono dalla Cina dove è arrivato solo qualche giorno fa -. I primi casi erano già stati segnalati ma l'allarme non era ancora quello che si sta vivendo in queste ore. Io sono sereno e non ho cambiato i miei programmi. Le autorità ci hanno fatto sapere che dobbiamo sempre indossare la mascherina, lavarci spesso le mani, usare il disinfettante ed evitare i luoghi affollati. Rispetto a quando ci fu la Sars quando il governo sottostimò il pericolo, in questo caso hanno messo in atto tutte le misure per prevenire il contagio».

M. C.

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