La Russia resta, temporaneamente, senza governo per permettere al presidente Vladimir Putin di velocizzare il suo progetto di riforma costituzionale.

Il primo ministro Dimitri Medvedev ha presentato le sue dimissioni con tutti i suoi ministri dopo che Putin ha annunciato di voler apportare delle modifiche alla costituzione.

"In questo contesto - ha detto il premier russo - è evidente che noi, come governo, dobbiamo offrire al nostro presidente l'opportunità di intraprendere le misure necessarie", ha affermato il premier russo. "È stata delineata tutta una serie di emendamenti fondamentali alla Costituzione: quando verranno adottati avranno effetti sull'intero equilibrio dei rami del potere esecutivo, legislativo e giudiziario".

La Russia, ha detto il presidente durante il discorso annuale sullo stato della Federazione, davanti alle camere riunite, "non ha bisogno" di una nuova costituzione, poiché il suo potenziale "è ancora attuale", ma è possibile procedere ad alcune modifiche per "bilanciare" meglio i poteri dello Stato.

Tra le modifiche suggerite, il vincolo per il presidente "a non più di due mandati" complessivi (attualmente il vincolo è per due mandati "consecutivi") e il potere al Parlamento di nominare il premier e i ministri, cosa che ora invece fa il Cremlino. Il tutto dovrà essere poi sottoposto a referendum.

Una mossa a sorpresa, quella di Putin, che secondo gli osservatori punta a indebolire il suo successore e rafforzare il ruolo di premier, carica che può ancora ricoprire.

Nel 2024 l'ex funzionario del Kgb chiuderà il suo quarto e ultimo mandato: è al vertice della politica russa in veste di presidente o primo ministro da due decenni ed è il leader russo o sovietico più longevo dai tempi di Stalin. Ma, a quanto pare, per lui non è ancora finita.

(Unioneonline/D)
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