"Volevo solo andare in televisione".

Con queste parole il 18enne britannico, Jonty Bravery, ha spiegato il terribile gesto dello scorso 4 agosto, quanto ha buttato un bambino di sei anni dall'alto del decimo piano della Tate Gallery a Londra.

La vittima, un piccolo turista francese in visita con i genitori, è sopravvissuto ma ha riportato gravi lesioni.

Il giovane inglese ha ammesso la sua colpevolezza davanti al tribunale dell'Old Bailey. La sentenza sarà emessa in febbraio.

Affetto da disturbi mentali, ora è ricoverato al Broadmore Hospital.

Bravery ha dichiarato che voleva far parlare di sé al telegiornale per denunciare i suoi problemi.

La scorsa estate, in un giorno in cui il museo era affollato di persone, ha scelto a caso il bambino francese e lo ha buttato oltre al parapetto. Poi si è avvicinato a un membro dello staff dicendo: "Penso di aver appena ucciso qualcuno. L'ho buttato di sotto".

Il bambino, soccorso con un'eliambulanza, aveva riportato numerose fratture e un ematoma cerebrale.

Al momento il piccolo sta seguendo un programma intensivo di riabilitazione, ma non ha ancora recuperato la mobilità degli arti, né la piena funzionalità cerebrale.

"La vita si è fermata per noi quattro mesi fa, non sappiamo quando o se potremo tornare al lavoro o nella nostra casa, dove non c'è spazio per una sedie a rotelle", hanno fatto sapere i genitori del bambino. (Unioneonline/F)
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