Non solo la vicenda giudiziaria, ma le indagini sull’omicidio di Daphne Caruana, la giornalista vittima di un’autobomba, rischiano di travolgere Malta e portare il premier Joseph Muscat alle dimissioni.

Per il momento sembra che il pericolo sia scongiurato fino a quando il caso non verrà chiuso ma cominciano a registrarsi le prime forti polemiche.

"Non escludiamo un'ondata di violenza" ha raccontato una fonte dei servizi di sicurezza senza nascondere che una possibile crisi del Tumas Group, la holding del principale sospettato che "fa mangiare 40mila persone", sarebbe un terremoto per il Paese.

Nelle scorse ore un gruppo di giornalisti tra cui gli italiani Paolo Borrometi e Sandro Ruotolo (in rappresentanza della Fnsi) è stato circondato e bloccato per una decina di minuti da persone che i colleghi maltesi hanno spiegato non essere poliziotti in borghese ma "picchiatori e riminali, pluripregiudicati, a quanto pare sostenitori del primo ministro maltese", ha detto Borrometi.

È successo mentre il gabinetto dei ministri stava decidendo se concedere o meno la grazia a Yorgen Fenech, il re dei casinò e capo dell'impero Tumas Group ma anche della sulfurea 17Black.

In una serie di conseguenze e intrighi tra il delitto e i poteri forti, il Times of Malta ha cominciato a scrivere che le dimissioni di Muscat sono “imminenti”.

Al suo posto potrebbe arrivare Miriam Dalli, eurodeputata di 43 anni che ha maggio ha vinto le elezioni europee. C’è poi il vicepremier Chris Fearne, e sembra anche il ministro dei Trasporti, Ian Borg.

(Unioneonline/s.s.)
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