Il rincaro del prezzo della benzina ha innescato una serie di violente proteste in Iran.

Una serie di scontri tra manifestanti e polizia si sono innescate in diverse zone del Paese e ci sarebbero anche due vittime, la prima nella città di Sirjan, dove è stata data alle fiamme una stazione di servizio, e Behbahan, nella provincia centrale del Khuzestan. Numerosi anche i feriti.

Le autorità sembrano intenzionate a usare il pugno duro nei confronti dei dimostranti. Come confermano le parole del procuratore dello Stato Mohammad Jafar Montazeri, che ha accusato i contestatori di essere "agenti stranieri che intendono fomentare i disordini". Per questo, ha concluso, "saranno però trattati da criminali".

Dal canto proprio, il ministro del Petrolio Bijan Zanganeh ha spiegato che le maggiori entrate derivanti dall'aumento del prezzo dei carburanti (stimati tra i 300 e i 310mila miliardi di rial, ovvero oltre 2,5 miliardi di dollari all'anno) serviranno per finanziare provvedimenti a favore di circa 18 milioni di famiglie iraniane bisognose.

(Unioneonline/l.f.)
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