Grande allarme nel mercato mondiale del petrolio per gli attacchi con i droni a due maxi raffinerie saudite rivendicati dai ribelli yemeniti Houthi.

Sia Washington che Riad si sono dette pronte ad utilizzare le loro riserve strategiche di petrolio (rispettivamente di 630 e di 188 milioni di barili) per far fronte alle perdite della produzione causate dagli attacchi agli impianti del primo Paese esportatore di greggio al mondo: 5,7 milioni di barili al giorno, circa metà della produzione saudita, che copre il 10% delle forniture mondiali. Aramco sta lavorando alacremente per ripristinare la piena produzione ma secondo gli esperti occorreranno settimane, non giorni. E questo, anche se Riad ha assicurato che le esportazioni continueranno regolarmente in questa settimana per effetto delle riserve, potrebbe far schizzare verso l'alto il prezzo del petrolio, sino a 70 dollari al barile.

Gli attacchi hanno colpito al cuore il sistema economico saudita, mandando in fiamme il più grande impianto al mondo per il trattamento del greggio. E hanno messo a nudo la vulnerabilità della maggiore società del Paese, l'Aramco appunto, proprio alla vigilia di quella che era stata prennunciata "l'Ipo del secolo", una quotazione voluta da bin Salman nel processo di privatizzazione e modernizzazione del Paese. I raid rimettono inoltre in discussione anche la prospettiva dello storico faccia a faccia fra Trump e Rohani, a margine dell'assemblea generale delle Nazioni Unite.

IN ITALIA - Grande preoccupazione anche in Italia, dove a lanciare l'allarme è Coldiretti. "In un Paese come l'Italia dove l'85% dei trasporti commerciali avviene per strada l'impennata del costo del petrolio e il conseguente rincaro dei carburanti ha un effetto valanga sulla spesa con un aumento dei costi di trasporto oltre che di quelli di produzione, trasformazione e conservazione".

"L'aumento è destinato a contagiare l'intera economia perché se salgono i prezzi del carburante si riduce - sottolinea la Coldiretti - il potere di acquisto degli italiani che hanno meno risorse da destinare ai consumi mentre aumentano i costi per le imprese. A subire gli effetti dei prezzi dei carburanti - continua l'associazione - è anche l'intero sistema agroalimentare dove i costi della logistica arrivano ad incidere fino dal 30 al 35% sul totale dei costi per frutta e verdura".

(Unioneonline/v.l.)
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