È salito a 205 morti il bilancio delle vittime dei combattimenti a sud di Tripoli, in Libia, dove continuano gli scontri tra le milizie generale Khalifa Haftar - che ha lanciato 14 giorni fa l'offensiva per prendere possesso della capitale - e le truppe fedeli al premier Fayez Al-Sarraj, riconosciuto dalla comunità internazionale.

Lo ha reso noto l'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), riferendo che i feriti sono oltre 900.

Secondo l'Oms, i "medici specialisti" dell'organizzazione, che si trovano nel Paese per supportare gli ospedali in prima linea, "stanno aiutando ad eseguire decine di interventi chirurgici".

Ieri il Consiglio di Sicurezza dell'Onu non è riuscito a trovare il compromesso su una bozza di risoluzione elaborata dalla Gran Bretagna, che chiedeva un immediato cessate il fuoco e un impegno per la fine delle ostilità.

Al-Sarraj aveva invitato le Nazioni Unite a riconoscere Haftar come responsabile della "barbarie" delle sue forze e aveva promesso di consegnare "tutta la documentazione alla Corte penale internazionale" dell'Aia, affinché il generale possa essere perseguito per crimini di guerra e contro l'umanità.

Nel pomeriggio di ieri il premier Giuseppe Conte aveva sentito telefonicamente il presidente americano Donald Trump: entrambi avevano espresso preoccupazione condivisa per l'escalation sul terreno e per i rischi di una crisi umanitaria.

Lunedì il presidente del Consiglio italiano aveva incontrato a Roma il vicepremier qatariota Mohammmed Bin Abdulrahman Al Thani, sostenitore del governo di Tripoli, e quello libico Ahmed Maitig, vice di al-Serraj.

(Unioneonline/F)
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