Si inaspriscono i toni sulla polemica Italia-Francia, e la decisione del governo d'oltralpe, che ha richiamato il suo ambasciatore a Roma nonostante l'invito di Salvini – attraverso una missiva – al collega francese Christophe Castaner per discutere e collaborare in tema di migranti economici, è un gesto politico che non ha precedenti, almeno negli ultimi decenni. L'ultima volta risale addirittura al 1940, quando Mussolini dichiarò guerra alla Francia.

La decisione di richiamare in Francia il diplomatico per "consultazioni" - seppur sia arrivata, proprio in giornata e da un portavoce dell'Eliseo, la conferma che "l'impegno della Francia sulla Sea Watch è mantenuto" - nasce in realtà da otto mesi di screzi fra i due governi, con toni che non si sono mai attenuati. E che hanno riguardato più fronti.

OTTO MESI DI SCREZI - L'ultimo quello della Tav, opera ritenuta "inutile" dal Movimento 5 Stelle oltre che ricettacolo di corruzione. "A chi volete che interessi andare a Lione in treno?", le parole del ministro dei Trasporti Toninelli.

Quindi il feeeling pentastellato con i gilet gialli, movimento che sta mettendo da dicembre sottosopra le città della Francia fra proteste, blocchi stradali e violenze.

E ancora le accuse a Macron, sul fonte migranti, di essere un presidente che "predica bene e razzola male", una sorta di "radical chic" pronto a mostrarsi aperto ai migranti ma che nella pratica si rifiuta di accogliere le navi delle Ong e ordina respingimenti alle frontiere di Ventimiglia o Claviere. E ancora fautore di una sorta di "neocolonialismo" per il fatto che una serie di ex colonie africane adottano una moneta, il franco CFA, che secondo i grillini impoverisce l'Africa e causa i movimenti migratori.

Poi lo scontro con Pierre Moscovici, uno dei "guardiani" dell'Ue, sullo sforamento del deficit. E ancora la questione Battisti con la Francia accusata da Salvini di essere Paese che offre ospitalità e rifugio a ricercati italiani degli "anni di piombo" in virtù della "dottrina Mitterrand".

IL PORTAVOCE FRANCESE - A parlare oggi è stato Benjamin Griveaux, portavoce del governo francese, che ha spiegato nel corso di un'intervista all’emittente Europe 1 che il richiamo dell’ambasciatore "non è permanente".

Secondo Griveaux l’Italia è "un alleato storico" di Parigi e "uno dei paesi fondatori dell'Unione europea". Ha quindi preso atto della "disponibilità" al dialogo mostrata da Matteo Salvini e Luigi Di Maio, ma ha voluto sottolineare che "c'è un capo del governo in Italia, ed è il signor Conte", che il presidente francese Macron ha "incontrato diverse volte".

Griveaux ha quindi sottolineato come la miccia dello scontro fra i due Paesi è stata scatenata dall'arrivo del vice premier Cinque Stelle in Francia per incontrare i gilet gialli, e ha ribadito come sia "cortesia istituzionale che si avverta il governo" locale, quando si va in un altro Paese.

CONFINDUSTRIA – Forti i timori, per le conseguenze del difficile rapporto fra Italia e Francia, nelle fila dell'imprenditoria. Confindustria si è rivolta al premier affinché "chiami Macron e normalizzi la vicenda, specificando che sono state delle battute a livello di partiti e non rapporti tra governi".

"Conte, che è stato garante di tutti noi italiani per evitare la procedura di infrazione – ha specificato il presidente Vincenzo Boccia - ora sia garante dei rapporti diplomatici, perché una cosa sono le relazioni tra paesi e un’altra le piattaforme dei partiti: i francesi hanno investito 60 miliardi di euro in Italia e noi 25 miliardi in Francia, forse è opportuno evitare frizioni gratuite".

DI MAIO - "Noi siamo zen – il commento di Luigi Di Maio -. Se il governo francese si sta arrabbiando con quello italiano io credo che sia inopportuno. Noi siamo e saremo sempre disponibili a lavorare con il governo francese su tutte le questioni, non abbiamo mai smesso di tendere la mano: se poi significa non poter dialogare con nessuna forza politica all'infuori di 'en Marche' credo che questo sia sbagliato come concetto".

LA GAFFE - Il vicepremier si è poi prodotto in una piccola gaffe: in una lettera al quotidiano "Le Monde", riferendosi alla Francia ha parlato di "millenaria tradizione democratica".

LA RISPOSTA DI CASTANER - Nel pomeriggio il ministro Castaner ha risposto a Salvini: "Non mi faccio convocare da nessuno".

(Unioneonline/v.l.)
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