Dalle prime contestazioni relative all'aumento delle accise sui carburanti diesel, le rivendicazioni dei gilet gialli francesi, divenuto ormai un vero e proprio movimento spontaneo, si allargano e comprendono ora anche l'eliminazione delle tasse, l'abolizione del Senato, più referendum popolari e, contemporaneamente, la riduzione degli stipendi del governo e l'aumento delle pensioni.

Nel mirino c'è soprattutto la politica del presidente Emmanuel Macron e del premier Edouard Philippe.

La prima grande mobilitazione è cominciata tre settimane fa e non accenna a placarsi. Infatti i "gilets jaunes" non si fermano più alle richieste iniziali ma ne aggiungono quasi ogni giorno di nuove che si sommano alle precedenti e vanno dalla determinazione dell'età pensionabile a 60 anni al calo del costo degli affitti, dal taglio delle tariffe di luce e gas all'aumento dei sussidi in favore dei disabili. E, ancora, parcheggi gratis nel centro città, un salario minimo di 1.300 euro (netti ovviamente) e il divieto alla vendita di beni demaniali.

I loro simbolo è il gilet giallo, quello che per legge deve essere tenuto in auto per essere usato in casi di emergenza, e gli aderenti al movimento - che non proclamano legami politici - provengono in gran parte delle aree rurali. La loro via di comunicazione privilegiata è rappresentata dai social network, è lì che sono state organizzate le prime proteste attraverso il passaparola.

(Unioneonline/s.s.)
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