Rallentamento dell'epidemia? Esperti cauti: "Attendiamo conferme"
"Ingiustificato ottimismo nell'interpretazione degli ultimi dati, la curva è sempre in salita"Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
"C'è un eccesso di ottimismo nell'interpretazione degli ultimi dati sull'andamento dell'epidemia in Italia".
Lo dice senza mezzi termini il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta: "Parole come rallentamento, raffreddamento e frenata hanno generato un ingiustificabile eccesso di ottimismo per la variabile interpretazione del significato di questi termini".
La curva dei contagi sta ancora salendo, a una velocità ridotta, ma è sempre in salita.
"Per interpretare correttamente il concetto di rallentamento o frenata - spiega Cartabellotta - bisogna tenere conto di tre elementi. Innanzitutto il dato deve essere confermato nelle prossime settimane, in secondo luogo può essere influenzato da effetti di saturazione a livello territoriale e ospedaliero, infine tutte le curve continuano a salire in maniera comunque rapida peggiorando la capacità di risposta dei servizi sanitari".
Anticipando i dati del monitoraggio Gimbe, Cartabellotta spiega che "quello che si osserva è una riduzione dell'incremento percentuale dei nuovi casi giornalieri, dal 5% del 30 ottobre al 3,4 del 14 novembre, che potrebbe essere effetto delle misure introdotte. Tuttavia, nello stesso periodo continua a crescere il rapporto tra positivi e casi testati, dimostrando che la curva rallenta anche per la ridotta capacità di effettuare tamponi".
Il "rallentamento" si intravede, in misura minore, sulla velocità di crescita di ospedalizzazioni e terapie intensive. Tuttavia, "non conoscendo i flussi dei pazienti in entrata e in uscita, anche questo dato può essere influenzato dall'effetto saturazione dei posti letto (l'unico dato che viene fornito giornalmente è infatti il saldo, che risente anche dei morti e dei dimessi, ndr)".
Le soglie di occupazione di area mediaca (40%) e terapia intensiva (30%) sono state entrambe superate con una media nazionale oggi rispettivamente al 50 e 34%, con valori molto più elevati in alcune Regioni, dove i servizi ospedalieri sono ormai allo stremo.
C'è stata una decrescita dell'accelerazione della diffusione del virus ma "la riduzione è ancora blanda e servono ancora 3 o 4 giorni per avere la conferma dell'andamento del trend", spiega anche Amerigo Cicchetti, direttore di Altems, Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell'Università Cattolica di Roma, che ogni settimana realizza un'analisi sui principali parametri di analisi della situazione Covid in Italia.
"Resterei prudente per vedere se questo trend resta stabile" suggerisce, indicando un valore che potrebbe influenzare l'analisi. Per Cicchetti infatti non si può considerare il numero dei contagi unicamente rispetto al numero dei tamponi, che si dividono in tamponi di screening e i tamponi confermativi. Fino a quando staremo appresso a questo valore, a parere dell'esperto, il quadro potrebbe non essere rappresentativo, e per questo Cicchetti invita a considerare la situazione con cautela in attesa di una conferma della riduzione della velocità di contagio stabilizzata.
(Unioneonline/L)