Proseguono le indagini sulla morte di Fausto Spiga, il 43enne di origine sarda ucciso dal marito, il cagliaritano Luca Meloni, suo coetane, lunedì scorso, nella loro casa di Casale Monferrato, in provincia di Alessandria.

Meloni resta rinchiuso nel carcere di Vercelli, in attesa di rispondere dell'accusa di omicidio, perpetrato con trenta coltellate e il cui movente sarebbe da ricercare in questioni di debiti e gelosie.

Gli inquirenti avrebbero ormai ricostruito gli spostamenti dell'indagato dopo il delitto: il post scritto su Facebook dopo le coltellate ("Ho perso il cellulare" e "non andrò al lavoro per qualche giorno", poi rimosso); l'incontro al bar con alcuni amici nonostante l'accaduto, il ritorno a casa, una nuova uscita per andare a fare colazione e infine, mercoledì mattina, la telefonata al 113.

Ma l'inchiesta prosegue per fare piena luce su tutti gli aspetti della vicenda.

Secondo quanto trapelato, la storia tra i due, uniti civilmente dal 2017, avrebbe attraversato spesso dei problemi. In particolare Meloni rimproverava al compagno di vita di intrattenere conversazioni online con altri uomini. E poi ci sarebbero stati debiti a complicare il tutto.

Ma - da quanto ricostruito su La Stampa - Meloni aveva attraversato un periodo molto difficile una decina di anni fa, arrivando a sentirsi male dopo aver ingerito un cocktail di alcol e psicofarmaci, con un'amica arrivata a salvarlo dopo averlo trovato privo di sensi. Poi quasi un mese di ricovero in psichiatria, assistito solo da questa amica, che racconta: "In quei 25 giorni ero l’unica ad andare a trovarlo. Ho avvisato più volte la famiglia, ma nessuno si interessava".

Esperienze difficili insomma che l'avrebbero molto segnato. Ed è la stessa amica a sottolinearlo: "Ha compiuto un gesto atroce, ma questo non toglie che era un ragazzo problematico".

(Unioneonline/l.f.)
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