Fare i tamponi solo ai sintomatici "non credo che sia una resa, potrebbe essere un necessario e temporaneo cambio di strategia. Loro sono quelli che hanno più necessità di essere diagnosticati per due motivi: il primo è che devono essere curati, il secondo è che vanno isolati perché sappiamo che hanno probabilmente le cariche virali più alte". Sono le parole di Luca Richeldi, pneumologo del Policlinico Gemelli e componente del Comitato tecnico scientifico (Cts) commentando l'allarme di un gruppo di fisici della Sapienza che ha definito una "resa" l'ipotesi di riformare il contact tracing, avanzata dalle regioni.

"Una persona che starnutisce, tossiche e ha febbre ha una diffusione del virus alle persone circostanti più elevata", ha aggiunto Richeldi ospite della trasmissione "Agorà" su Rai3.

Al Gemelli "abbiamo circa 50 persone in terapia intensiva e altre 200 nel Covid Hospital ma, soprattutto, quello che preoccupa è la pressione sui pronto soccorso", ha specificato. "Questo intasamento dei pronto soccorso è molto rischioso perché non solo le altre malattie non sono andate in ferie, ma ci avviamo verso l'inverno, stagione in cui tutte altre malattie respiratorie fanno sentire i loro effetti".

"Dobbiamo trovare assolutamente - ha aggiunto Richeldi - un sistema per far sì che i pazienti facciano meno pressione sui pronto soccorso e ci sia una medicina territoriale che prenda in carico i pazienti meno gravi".

IL CTS - "Né il ministro della Salute né il Comitato tecnico scientifico hanno messo in discussione, almeno fino ad oggi, la necessità di effettuare tamponi ai soggetti asintomatici". Lo ricordano fonti qualificate del Cts ricordando che la la circolare dell'11 ottobre scorso firmata dal direttore della prevenzione del ministero della Salute Giovanni Rezza con la quale venivano ridefiniti i tempi della quarantena indica esplicitamente anche gli asintomatici, che dunque devono essere testati per essere individuati. Gli esperti sottolineano inoltre che non c'è alcuna problema di disponibilità di test. "Le carenze non sono legate ai reagenti, secondo i dati di Arcuri ce ne sono disponibili fino a fine marzo - spiegano le fonti - I problemi nascono perché vengono utilizzate modalità organizzative e gestionali che non riescono a stare dietro al numero di tamponi previsto".

(Unioneonline/v.l.)
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