"Perdonaci Maria Paola, non siamo stati capaci di custodire la tua fragile e preziosissima vita".

Un messaggio di pace quello che don Maurizio Patriciello ha voluto rivolgere nella parrocchia di San Paolo Apostolo, al Parco Verde di Caivano (Napoli), ai funerali di Maria Paola Gaglione, la donna morta nella notte dell'11 settembre dopo essere stata inseguita e speronata dallo scooter del fratello Michele mentre stava col suo compagno Ciro.

Centinaia di persone hanno cercato di portare l'ultimo saluto alla giovane, tra voli di palloncini e applausi alla bara, tanto che carabinieri e volontari hanno dovuto filtrare l'accesso alla chiesa.

"Siamo in chiesa, qui l'odio tace", le parole di don Patriciello durante l'omelia, dobbiamo "rispettare la vita fin dal concepimento" ricordando che "prima dell'orientamento sessuale, del colore della pelle e del conto in banca viene la persona umana, creata ad immagine e somiglianza di Dio".

Alle esequie non ha partecipato Ciro, il fidanzato transessuale di Paola, che però prima della cerimonia ha salutato la salma in obitorio scortato dalla Polizia: "Il mio cuore è con te, il nostro amore oltre le nuvole, correvamo verso la nostra libertà", ha scritto sul poster affisso per suo conto davanti alla chiesa.

Sul manifesto funebre c'è anche il nome di Michele, il fratello 30enne che avrebbe provocato la morte della ragazza. Avrebbe voluto assistere ai funerali e presentare istanza dal carcere: "Non saremmo riusciti ad avere il nullaosta - fa sapere il legale del giovane, Domenico Paolella - soprattutto perché deve rispettare la quarantena prima di uscire dal carcere. Appena sarà possibile si recherà in cimitero, noi faremo certamente istanza".

(Unioneonline/D)
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