Ne raccontava di ogni: che era il diavolo in persona, che poteva aiutarli a superare un "blocco" e che avrebbe dato loro poteri sovrannaturali.

Ovviamente in cambio dovevano fare qualcosa per lui, ossia avere rapporti sessuali.

A cadere nella trappola di un 23enne di Prato diversi giovani, tra cui anche minorenni.

Sullo studente, iscritto dal 2016 all'Università di Firenze, gravano accuse pesanti: riduzione in schiavitù, violenza sessuale e pornografia minorile. Nel giro di un anno, questa l'accusa, avrebbe creato una vera setta usata per infliggere abusi sessuali ad almeno 13 giovani, tra cui per ora sono stati individuati due minori, 17enni.

Oggi gli è stata notificata una misura di custodia cautelare ai domiciliari, disposta dal gip su richiesta del pm Angela Pietroiusti.

LE INDAGINI - Per gli investigatori della mobile e dello Sco, avrebbe persuaso i suoi "schiavi" di averli scelti per salvare il mondo. Per convincerli della sua superiorità aveva anche elaborato un rituale di resurrezione, inscenando uno strangolamento da parte di un sodale, al termine del quale si rialzava da terra fingendo di rimettersi a posto il collo.

I suoi seguaci erano spesso giovani in condizioni di notevole fragilità psicologica, con problemi di isolamento, solitudine, talvolta depressione. "Agganciati" e attirati in trappola, gli adepti erano costretti a sottostare ai riti con inganni e minacce di morte, verso loro stessi e verso i loro familiari.

In un caso, avrebbe convinto una ragazza ad avere un rapporto con lui dicendole che in caso contrario la sua sorellina di 7 anni e i suoi genitori avrebbero perso la vita. I riti prevedevano anche di sottoporsi a violenze fisiche, dalle dita negli occhi, inalazione del fumo di cristalli bruciati, detti "sangue di drago", e morsi sulle braccia detti "del vampiro": tutto sarebbe servito a recuperare i poteri delle entità nelle quali si erano incarnati in passato, come vampiri e lupi mannari.

Il "diavolo" era anche capace di trasformarsi, attraverso una pratica che chiamava shifting, in altre creature, impostando il timbro della voce. I seguaci erano poi costretti a inviargli foto di nudo: immagini che, raccontava, non venivano visualizzate da lui ma da "Hydra", un'entità cibernetica presente nel suo telefono che però si attivava solo in presenza di una rete wi-fi.

(Unioneonline/D)
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