Gara di solidarietà nel Torinese per accogliere Alex Pompa, il diciottenne che il 30 aprile è stato messo in carcere dopo avere ucciso a coltellate il padre, Giuseppe, nella casa di famiglia a Collegno (Torino), per difendere la madre dall'ennesima aggressione.

Cinque famiglie si sono offerte di aiutare il giovane in caso di scarcerazione e il tribunale del riesame ha accolto la richiesta del suo compagno di banco, uno degli amici più cari, nella cui abitazione andrà a trascorrere il periodo di arresti domiciliari.

Da quell'appartamento Alex tornerà a seguire le videolezioni del suo istituto, l'Arturo Prever di Pinerolo. A giugno potrebbe dare l'esame di maturità.

"Siamo rimasti colpiti anche noi da questa disponibilità - ha spiegato l'avvocato Claudio Strata -. Abbiamo lavorato per giorni per questo risultato".

I legali del ragazzo hanno trascritto 200 audio e registrazioni trovate nei telefoni di Alex, della mamma Maria e del fratello Loris, che documentano la violenza e l'aggressività del padre. Quattro di questi risalgono alla sera dell'omicidio: "Vi ammazzo, mi faccio anche la galera tanto poi esco", urla Giuseppe Pompa poco prima di essere ucciso. Più di 100 gigabyte di memoria, depositati al tribunale del Riesame, che raccontano la tragica situazione della famiglia.

La mamma e il fratello hanno accolto la notizia della scarcerazione in lacrime: nessuno si aspettava potesse uscire così presto.

Il gip Stefano Vitelli aveva spiccato un'ordinanza cautelare in carcere sollevando alcuni dubbi sulla legittima difesa. "Non abbiamo ancora le motivazioni del Riesame, vedremo cosa dicono ma intanto è una bellissima notizia" conclude l'avvocato.

A descrivere Alex come uno studente modello e un ragazzo gentile sono stati soprattutto compagni di scuola, docenti e dirigente scolastico dell'Istituto alberghiero che frequentava.

Il giorno prima dell'omicidio aveva preso un 8 e mezzo in videoconferenza. La sua professoressa ha scritto una lettera dettagliata, nella quale descrive Alex come un bravo studente dal temperamento mite. Tutti avevano chiesto che il ragazzo potesse accedere all'esame di Stato e in proposito era intervenuta anche il ministro Azzolina, che si era detta favorevole.

"La decisione sui domiciliari - spiega il preside dell'Iis Prever, Rinaldo Merlone - va nella direzione di porre il ragazzo in un ambiente sereno, anche per sostenere l'esame di stato.

Vedremo più avanti con quali modalità sarà possibile Intanto c'è stato un buon raccordo tra giustizia e istruzione".

(Unioneonline/F)
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