Da domani si torna alla vita normale, nel rispetto del metro di distanza e del divieto di assembramento.

Il premier Giuseppe Conte ha firmato nel tardo pomeriggio il Dpcm che delinea le nuove regole da seguire a partire dal 18 maggio e fissa le tappe per le prossime riaperture fino al 15 giugno.

All'interno della propria Regione si è liberi di spostarsi con tutti i mezzi, di vedere gli amici e chiunque si voglia, di andare al bar e al ristorante, di farsi tagliare i capelli (anche la domenica e il lunedì). Di raggiungere le seconde case, di andare al parco e sedersi sulla panchina, senza necessariamente dover svolgere attività motoria. Di andare al mare (in Sardegna si attende l'ordinanza di Solinas per fare chiarezza) o in montagna. Liberi di andare a messa.

Senza compilare nessun modulo, gli spostamenti non vanno più giustificati. Ci sarà solo un'autocertificazione semplificata per gli spostamenti tra le Regioni.

OBBLIGHI E DIVIETI - Resta il divieto di spostarsi da una Regione all'altra se non per motivi di lavoro, salute o necessità e urgenza. Non ci si può spostare fuori Regione per visitare i congiunti né per raggiungere le seconde case. Si rischiano sanzioni da 400 a 3mila euro.

Va rispettata la distanza di almeno un metro dagli altri, resta il divieto di asembramento e l'obbligo di mascherina (anche fatta in casa purché "in materiali multistrato idonei a formare un'adeguata barriera") nei luoghi chiusi o troppo affollati e nei mezzi di trasporto. Ogni volta che ci è richiesto, all'ingresso di un negozio o un supermercato, dobbiamo farci misurare la temperatura corporea.

Sì alle manifestazioni, ma in forma statica e con distanziamento. Niente cortei.

Per anziani e affetti da patologie croniche non c'è l'obbligo ma "è fatta espressa raccomandazione di evitare di uscire dalla propria abitazione o dimora fuori dai casi di espressa necessità".

IL MONITORAGGIO - Il tutto sotto l'occhio vigile del ministero della Salute che monitorerà i dati epidemiologici delle Regioni: tre quelle a rischio moderato nel primo monitoraggio, sono Lombardia, Molise e Umbria. Tutte le altre hanno un livello di rischio basso.

Un richiamo alla responsabilità individuale quello del governo: non ci sarà un agente per ogni persona, ed è ovviamente impossibile controllare gli amici o parenti che si incontrano in casa.

I governatori possono apportare modifiche ai protocolli di sicurezza a seconda delle esigenze territoriali e, in base ai dati epidemiologici, disporre restrizioni o zone rosse. Anche il governo potrà intervenire in base al monitoraggio del ministero della Salute, da cui risulta che la Sardegna ha l'indice Rt più basso d'Italia, a 0,24. "Ora è il momento della responsabilità delle Regioni", afferma il ministro Boccia. "Più i contagi vanno giù più possono aprire, più vanno su e più dovranno chiudere. Sarà tutto trasparente e anche le responsabilità saranno chiare. E se non intervengono i governatori, interverremo noi", avverte.

LE TAPPE - Dal 18 maggio ripartono le funzioni religiose, le attività di negozi, bar, ristoranti, parrucchieri e centri estetici, musei, stabilimenti balneari. Ognuno con le sue regole di sicurezza, concordate con i governatori: prenotazioni online, distanze, ingressi scaglionati, mascherine (anche a messa), gel igienizzante, sanificazioni.

Dal 25 maggio via libera a palestre, piscine e centri sportivi. Non in Lombardia, dove restano chiuse fino al 31.

Dal 3 giugno, dati epidemiologici permettendo, saremo liberi di muoverci in tutta Italia. Cade il tabù degli spostamenti tra le Regioni. Si potrà andare anche all'estero, ma solo nei Paesi dell'Unione europea e dell'area Schengen, in Gran Bretagna, Andorra e Principato di Monaco, San Marino e Città del Vaticano. Restano vietati gli spostamenti per altri Paesi, "salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute". Per chi arriva dall'estero c'è l'isolamento fiduciario di 14 giorni.

Dal 15 giugno aprono cinema, teatri, sale da concerto. "Con posti a sedere preassegnati e distanziati", nel rispetto della distanza di un metro per personale e spettatori. Viene indicato un numero massimo di mille persone per gli spettacoli all'aperto, di 200 per quelli al chiuso. Ok anche ai centri ludici e ricreativi per bambini e adolescenti, al chiuso e all'aperto. Bisogna dare priorità ai nuclei familiari disagiati economicamente, a quelli con un solo genitore o dove vi siano bimbi o adolescenti con disabilità.

Per le discoteche e e le sale da ballo resta il divieto, bisogna ancora attendere. Sul campionato di calcio non è stata presa una decisione. Restano chiusi gli impianti nei comprensori sciistici, le attività dei centri benessere, termali, culturali e sociali. Così come sale scommesse, sale giochi e sale bingo.

(Unioneonline/L)
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