Dalla Sea Watch 3 è partito l'appello alla Corte europea dei Diritti dell'uomo.

La richiesta è di consentire lo sbarco dei migranti a bordo della nave battente bandiera olandese che da una dozzina di giorni sono in mare al largo delle coste dell'isola di Lampedusa.

Il ricorso, ha specificato la Sea Watch in una nota, non è partito "dall'organizzazione ma dai singoli individui presenti a bordo che hanno il diritto di adire i propri diritti umani alla Corte europea".

"In particolare - ha detto una portavoce, Giorgia Linardi - il ricorso è stato fatto in riferimento all'art.3 che descrive quello a bordo come un trattamento inumano e degradante e si chiede quindi alla Corte di indicare all'Italia delle misure che possano in qualche modo ridurre la sofferenza a cui le persone a bordo sono costrette in questo momento nell'interesse della tutela della loro dignità".

La Corte ha posto delle domande alle parti, cioè al governo italiano e alla Sea Watch, che dovrebbero rispondere entro il pomeriggio di oggi.

SALVINI: "NON SAREMO L'HOTSPOT DELLA UE" - Ieri il ministro dell'Interno Matteo Salvini, in una lettera inviata al segretario di Stato per la Sicurezza e la Giustizia, Ankie Broekers-Knol, ha scritto che l'Italia riterrà "il governo olandese e l'Unione europea, assente e lontana come sempre, responsabili di qualunque cosa accadrà" ai migranti a bordo della nave.

"Sono incredulo, perché si stanno disinteressando di una nave con la loro bandiera, peraltro usata da una Ong tedesca, che da ormai undici giorni galleggia in mezzo al mare", attacca il vicepremier. Che riserva colpi anche al comandante: "Rifiutando il Pos indicato dalle competenti autorità libiche, ha deciso di far rotta verso l'Italia", in questo modo "ha autonomamente deciso di esporre le persone a bordo (donne, uomini e minori) ad una navigazione più lunga e pericolosa, con conseguenti inutili, maggiori rischi per la propria integrità psico-fisica".

"È necessario e urgente un vostro intervento - il messaggio all'Olanda - nei confronti della Sea Watch 3 e del suo comandante ed equipaggio perché l'Italia, pur continuando a rispettare la normativa sovranazionale e a difendere responsabilmente le frontiere europee a beneficio di tutti gli Stati membri" dell'Ue, "non intende più essere l'unico hotspot dell'Europa", neppure ai fini della prima accoglienza o "in vista di una successiva, ipotetica operazione di redistribuzione" dei migranti.

(Unioneonline/D)
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