Chiuse le indagini preliminari sull'omicidio di Serena Mollicone, la 18enne studentessa di Arce, in provincia di Frosinone, uccisa nel 2001.

Recapitati gli avvisi di chiusura dell'inchiesta a cinque persone, coinvolte a vario titolo nel caso. Si tratta di due carabinieri, un ex carabiniere ossia l'ex comandante della stazione dei carabinieri di Arce Franco Mottola, sua moglie Annamaria e suo figlio Marco.

"Attendo di sapere e conoscere gli atti dell'impianto accusatorio, dell'analisi investigativa criminale dei

Ros ed altro che dovrà essere chiesto dai difensori della difesa e dei familiari della vittima, affinché possa analizzarlo, confutarlo o perfezionarlo". Lo afferma, in una nota, l'investigatore privato Carmelo Lavorino, consulente per la difesa nel processo sull'omicidio della studentessa.

"Non si dimentichi che a suo tempo feci assolvere assieme al mio gruppo di specialisti Cescrin il carrozziere Carmine Belli, accusato ingiustamente dell'omicidio della povera Serena. Se non ci fossimo

stati noi - conclude Lavorino - avremmo avuto un innocente in carcere per 24 anni e un altro errore giudiziario".

I FATTI - La studentessa, l'1 giugno 2001, fu colpita all'interno di un alloggio della caserma dei Carabinieri di Arce, dopo un alterco con alcuni componenti della famiglia Mottola: questa la ricostruzione della Procura e dei carabinieri diretti dal Colonnello Fabio Cagnazzo.

Il suo corpo, dopo la denuncia della sparizione, venne ritrovato due giorni dopo in un bosco vicino ad Anitrella. Era stato adagiato in posizione supina in mezzo ad alcuni arbusti, coperto con rami e fogliame, per poi essere nascosto dietro un grosso contenitore metallico abbandonato. La testa, sulla quale era presente una vistosa ferita vicino all'occhio sinistro, era stata avvolta da un sacchetto di plastica, mentre le mani e i piedi legati con scotch e fil di ferro. Naso e bocca erano stati avvolti da diversi giri di nastro adesivo, causandole la morte per asfissia dopo una lunga agonia.

Fra i primi indagati il carrozziere Carmine Belli di Rocca d'Arce che, secondo un biglietto, doveva incontrarsi con Serena. Nel 2006 il carrozziere venne prosciolto da ogni accusa dalla Cassazione.

La perizia effettuata dai RIS sulla salma di Serena e sul nastro adesivo, ha invece confermato nel 2018 che l'omicidio è avvenuto nella caserma dei carabinieri di Arce.

Il papà di Serena Mollicone, Guglielmo, non si è mai arreso nella ricerca della verità: sin dall'inizio, la sua tesi è stata che quel giorno la figlia si fosse recata in caserma per denunciare un giro di droga in paese.

(Unioneonline/v.l.)
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