Il malcontento dei pastori sardi arriva a Roma: "Ci prendono per la gola"
Il presidente di Coldiretti Sardegna: "Vogliamo risposte"Dalla Sardegna a Roma per combattere la guerra dei prezzi del latte.
I pastori sardi sono arrivati in Piazza Montecitorio, sventolando striscioni davanti a bidoni di latte, e regalando pecorino romano nella piazza colorata di giallo da gilet, palloncini e bandiere.
Con loro anche gli agricoltori della Coldiretti danneggiati dal gelo e dalla Xylella, che ha distrutto milioni di ulivi.
"Non è possibile continuare a lavorare a 60 centesimi - dice Battista Cualbu, pastore sardo e presidente di Coldiretti Sardegna - significa coprire solo una parte dei costi di produzione. Chi ha speculato negli anni deve mettere mano al portafogli. Non vogliamo elemosina da Stato e Regione ma vogliamo pagato il nostro prodotto".
"Sono gli industriali - aggiunge - quelli che decidono il prezzo perché dicono 'il prezzo lo fa il mercato'. Un cavolo; il prezzo lo fanno in pochi. Prendono appalti di pecorino romano anche per un anno a basso prezzo perché sanno che poi qualche cooperativa messa male che ha necessità di svendere la trovano".
"Prendono alla gola l'allevatore singolo che in autunno ha necessità di un po' di liquidità, gli danno magari qualche migliaia di euro di caparra e lui non ha più nessun potere contrattuale, firma un contratto dove la cifra la mettono gli industriali. Non bisogna passare dalla ragione al torto, bisogna usare la testa, creare meno disagi possibili ma bisogna andare avanti finché non otteniamo quello che è un nostro diritto sacrosanto, la dignità".
(Unioneonline/D)
LE PAROLE DI CUALBU: