Con quello che sembra il definitivo stop alle licenze di esportazione per bombe verso l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti, dopo la sospensione di 18 mesi decretata dal Governo, si fa sempre più critica la situazione lavorativa dei circa 200 operatori, tra diretti e indiretti, della fabbrica Rwm di Domusnovas.

Attualmente, fa sapere la Cgil, nella sede del Sud Sardegna della Rwm Italia, industria con sede legale a Ghedi (Brescia) e di proprietà del gruppo tedesco Rheinmetall, la produzione di armi è praticamente ferma. I 90 lavoratori diretti sono in cassa integrazione, mentre erano già stati tagliati altri 80 posti di contratti a termine non rinnovati a fine estate 2020.

"Rispettiamo sempre le decisioni di tipo governativo, oltrettutto basate anche su questioni etiche ma mi pare che si continuino ad affrontare i problemi a metà - dice all'ANSA il segretario Filctem-Cgil del territorio Emanuele Madeddu - e chiediamo a chi governa quali sono le scelte che vengono messe in campo per tuteleare il lavoro e i lavoratori".

Intanto, mentre un Comitato spontaneo continua a chiede la riconversione della fabbrica, sul tavolo del Mise giace una proposta presentata a dicembre dalle delegazioni sarde di Donne Ambiente Sardegna e Sardegna Pulita, con Wilpf Italia - Women's International League for Peace and Freedom con la quale si propone di realizzare a Domusnovas un Centro Caseario regionale al posto della fabbrica di ordigni bellici della Rwm.

(Unioneonline/F)
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