"Spero di chiudere nelle prossime ore l'accordo sul latte". Così Matteo Salvini in diretta Facebook da Alghero torna sulla vertenza che vede i pastori sardi sul piede di guerra da giorni.

"Le distanze - continua il vicepremier - si sono ridotte e spero che si riducano ancora nelle prossime ore. Incontrerò anche le aziende della grande distribuzione".

Continua a ostentare ottimismo il ministro, e non accenna alle polemiche di ieri, con il candidato M5S Francesco Desogus che lo ha accusato senza mezzi termini di "fallimento del tavolo".

"Il motivo dell'azione fallimentare di Salvini è semplice, è perché lui sta dalla parte degli industriali", ha dichiarato il pentastellato, "e non chiederà nessun sacrificio per portare il prezzo del latte a un euro".

E ancora, accusando il leader della Lega, di "superficialità" nella gestione delle trattative, ha rilanciato il tavolo convocato da Giuseppe Conte per il 21 febbraio: "È l'unico che potrà affrontare seriamente la vertenza, Salvini smetta di giocare col latte e rispetti la lotta dei sardi".

E in effetti non è un mistero che la vertenza sia tutt'altro che risolta. La tregua torna a vacillare: non ci sono più proteste sistematiche in tutte le zone dell'Isola come nei primi giorni, ma diversi pastori non rinunciano a manifestare. E continuano anche i blocchi stradali e gli sversamenti di latte, l'ultimo assalto ieri al camion della Cao Formaggi.

I pastori non sono del tutto soddisfatti dal pre-accordo che propone un prezzo del latte a 72 centesimi al litro.

E anche le tre organizzazioni agricole (Confagricoltura, Cia e Copagri) che si sono riunite questa mattina per discutere della vicenda parlano di accordo "insoddisfacente".

Nel comunicato congiunto le tre organizzazioni tuttavia ammoniscono i pastori e chiedono di evitare "eventuali azioni illegali che rischiano di vanificare tutti gli sforzi e i risultati finora raggiunti".

(Unioneonline/L)

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