A pensar male si fa peccato ma a volte ci si azzecca (il copyright, lo sapete tutti, è di Giulio Andreotti). E certo sarebbe un peccato far finta che gli autovelox fissi non siano utili: inducono chi guida (e ha buona memoria e riesce a guidare prestando il massimo dell'attenzione alla segnaletica verticale) a mantenere una velocità bassa quanto basta per evitare la sanzione, e così riducono senz'altro il rischio di incidenti. Quindi, sia chiaro: sono utili. E generano utili: una caratteristica di non poco conto, per gli amministratori comunali chiamati a far quadrare i conti a fronte di ripetute ondate di tagli ai trasferimenti dallo Stato centrale agli enti locali. Incassare, insomma, è una soddisfazione prosaica che va ad aggiungersi a quella, decisamente più nobile, di salvare vite umane. Contenti tutti, quindi? Non proprio.

LE CIFRE Prendiamo il caso della Sardegna: unica regione italiana priva di autostrade, l'isola ha una rete viaria poco sicura e, di conseguenza, afflitta da limiti di velocità spesso frustranti.

Precisazione: questo articolo non vuole in nessun modo legittimare la violazione delle regole del codice stradale, e anzi è opportuno ribadire che la prudenza, al volante, è la regola aurea. Ciò detto, ci sono punti della famigerata rete viaria isolana dove una violazione, sia pure involontaria, dovuta non diciamo a una distrazione ma anche solo a un leggero sovrappensiero, rischia di costar cara in termini di multe e di punti persi dalla patente. La strada deserta, l'asfalto illuminato dal chiaro di luna, un filo di musica ed ecco che il lampo di un flash rovina l'idillio. Il verbale arriva a domicilio tempo dopo. Si materializza nella cassetta della posta. Le sanzioni, come da Codice della strada, vanno dalla fascia minima (da 41 ai 161 euro per chi oltrepassa il limite per non più di 10 chilometri orari) a quella massima (da 527 a 3.287 euro per chi supera il limite dai 40 agli oltre 60 chilometri orari: in questo caso è previsto il ritiro della patente, con la decurtazione di 6 punti).

L'autovelox sulla Statale 387 (L'Unione Sarda)
L'autovelox sulla Statale 387 (L'Unione Sarda)
L'autovelox sulla Statale 387 (L'Unione Sarda)

ATTORNO A CAGLIARI In Sardegna la zona più a rischio è (ovviamente) quella maggior densità abitativa e più trafficata: la Città metropolitana, l'area vasta attorno al capoluogo.

Chi si accinge a raggiungere Cagliari con un mezzo gommato farà bene a ricordarsi sempre, a non scordare mai che lo attendono, inesorabili, gli impianti di rilevamento di velocità installati sulla 131 dal Comune di Monastir (km 19,600, limite di velocità 90 chilometri orari), sulla 130 dal Comune di Decimomannu (km 15,118, limite 80 chilometri orari) e sulla 387 dal Comune di Monserrato (poco prima dell'incrocio con la Statale 554, in un tratto dove il limite scende a 50 chilometri orari). Lasciando la città, invece, occorre tenere ben presenti gli impianti installati sull'Asse mediano dal Comune di Cagliari (all'altezza dello svincolo per Genneruxi e Quartu Sant'Elena in direzione nord), sulla 130 dal Comune di Elmas (km 4,980 e limite di 90 all'ora) e sulla 131 dir da quello di Selargius (km 3,300 e limite a 80). Quest'ultimo è anche l'ultimo (per ora) arrivato. L'entrata in funzione dell'impianto è stata annunciata per lunedì 1 giugno 2020. Dallo scorso febbraio, invece, il Comune di San Sperate si è dotato di autovelox mobili con il modello softbox.

GLI INCASSI È il momento di dare un'occhiata rapida alle cifre: Monserrato, per il triennio 2019-2021, stima di introitare poco meno di 6 milioni di euro (in linea con il triennio 2016-2018). A Elmas le 6.267 multe elevate nel corso del 2018 hanno garantito entrate per 638 mila euro: poca riba rispetto a Decimomannu, il cui impianto, a pochi chilometri di distanza, in direzione opposta, nel 2018 ha totalizzato 8.990 sanzioni per un incasso attorno al milione di euro. Ma a dominare è pur sempre Monastir: nel bilancio di previsione 2018 la cifra segnata alla voce autovelox superava i 3 milioni e 300 mila euro. La cifra include anche «crediti di dubbia esigibilità per un milione e 600 mila euro» ma è comunque niente male. In tutti i Comuni, per legge, i soldi incassati in questo modo devono essere investiti in interventi per migliorare la viabilità e la sicurezza stradale.

L'autovelox sull'Asse Mediano (L'Unione Sarda)
L'autovelox sull'Asse Mediano (L'Unione Sarda)
L'autovelox sull'Asse Mediano (L'Unione Sarda)

L'APRIPISTA Monastir ha fatto da apripista. L'autovelox sulla 131 è entrato in funzione undici anni fa: nel giugno 2009, un anno dopo che i Comuni si trovarono schiacciati in una morsa micidiale: da un lato il patto di stabilità, dall'altro il taglio dei trasferimenti regionali. La macchinetta, nei primi tre mesi di servizio, fece strage: una media di 20-25 veicoli al gioro in flagranza di eccesso di velocità, per un totale di duemila verbali da 360 euro l'uno (20 euro il compenso stabilito per contratto alla società che ha noleggiava l'apparecchiatura al Comune).

Eppure, spiegò l'amministrazione comunale dell'epoca (e hanno poi spiegato tutte le altre amministrazioni che hanno investito sul rilevamento di velocità stradale), l'obiettivo non era far cassa ma la sicurezza. L'allora sindaco di Monastir, Ignazio Puddu, spiegava che dopo tre mesi di sanzioni «la velocità dei mezzi in transito nel tratto della 131 nei pressi del nostro centro abitato è diminuita sensibilmente. Immettersi nella superstrada per chi lascia Monastir in direzione Cagliari è diventato più agevole e meno pericoloso». Dieci anni dopo, l'attuale sindaca Luisa Murru, forniva dati consolidati: nel 2015 le auto multate sono state lo 0,09 per cento di quelle transitate, nel 2016 lo 0,16, nel 2017 lo 0,19.

Negli anni quel tratto di 131 è diventato più sicuro. A differenza di altri tratti che pure ricadono ugualmente nel territorio di Monastir, dove negli ultimi 13 anni si sono registrati quattordici morti: a dimostrazione che purtroppo la velocità risale appena superata la forca caudina dell'autovelox.
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