Torna in libertà l'ex consigliere regionale di Bosa Augusto Cherchi. L'esponente del Partito dei sardi ed ex direttore dell'unità operativa di Rianimazione della Assl di Oristano era stato coinvolto nell'inchiesta Ippocrate sulle presunte assunzioni pilotate al San Martino.

Cherchi era finito agli arresti domiciliari nell'ottobre scorso e qualche settimana fa i suoi legali, gli avvocati Pierluigi ed Enrico Meloni, hanno presentato l'istanza al giudice chiedendo la revoca della misura. I legali hanno evidenziato che ormai sono venute meno le esigenze cautelari anche perché l'inchiesta dei pubblici ministeri Armando Mammone e Marco De Crescenzo è ormai alle battute finali.

Il Gip ha accolto il ricorso e da due giorni Cherchi ha riacquistato la sua libertà; prevista l'interdizione per un anno dal ricoprire incarichi di direzione all'interno dell'Ats. L'ex consigliere regionale però potrà riprendere il suo lavoro di medico in reparto.

Cherchi era finito nei guai, dopo l'inchiesta delle Fiamme gialle di Oristano, insieme all'ex primario di Ginecologia e sindaco di Macomer Antonio Succu (difeso da Guido Manca Bitti), all'ex responsabile delle professioni sanitarie Gianni Piras (difeso da Luigi Satta e Aldo Luchi) e all'ex responsabile degli infermieri del blocco operatorio Salvatiore Manai (difeso da Antonello Spada). A tutti sono già stati revocati i domiciliari.

Nell'inchiesta sono coinvolti anche l'ex commissario Assl Maria Giovanna Porcu (difesa da Guido Manca Bitti e Carlo Figus) e Angelo Piras (difeso da Basilio Brodu) che inizialmente erano stati interdetti dai pubblici uffici ma entrambi i provvedimenti sono stati annullati dal Riesame.
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