C'è una ruota di pietra in fondo alla parte vecchia del camposanto di Tempio. Il granito incornicia i volti dei morti dell'83, caduti mentre combattevano il fuoco che minacciava la città e aveva trasformato il promontorio di Curraggia in inferno.

Le fiamme partirono dal mare, si fecero largo tra strade, boschi e arbusti in direzione di Tempio fino a raggiungere le campagne di Bortigiadas e Aggius e poi propagarsi sulla collina divorando oltre 18mila ettari di terreno. Una pioggia di cenere e fumo cadde sui tetti e le strade e molti corsero per tentare di fermare il fuoco e non farlo arrivare in città. Tra loro c'erano Diego Falchi e Salvatore Pala, marescialli del Corpo forestale, Tonino Manconi, ex segretario comunale, Claudio Migali, vigile urbano, Tonuccio Fara, muratore, Luigi Maisto, operaio, Mario Ghisu, operaio forestale, Sebastiano Visicale, impiegato, e Silvestro Manconi, muratore. Questi i nomi dei caduti dell'83 che insieme ai feriti (alcuni gravi) finirono nel tragico bilancio di quell'estate da dimenticare.

Per ricordare le vittime e riaffermare l'impegno a che simili drammi non accadano più, nel giorno della tragedia, il 28 luglio, è stata istituita la giornata regionale di prevenzione e lotta contro gli incendi. A pochi giorni dalle celebrazioni che come ogni anno si sono svolte sulla collina che domina il centro abitato della città, la Sardegna si trova ancora a combattere i roghi, rincorrere le fiamme spinte dal vento e provare a proteggere terre e cristiani. L'ultimo dei tanti incendi che nel solo mese di luglio ha messo in fuga famiglie e animali è stato nelle campagne di Uta. Ancora una volta vigili e corpo forestale sono scesi in campo, hanno messo al sicuro quel che ancora poteva essere protetto ed evitato il peggio.

E allora è bene tornare con la mente a quel giorno di tanti anni fa e pregare che tragedie simili non si ripetano più. Alla cerimonia del 28 luglio quest'anno hanno partecipato, oltre ai familiari delle vittime, alle autorità locali e a molti cittadini, anche gli assessori regionali Gianni Lampis (Ambiente) e il tempiese Andrea Biancareddu (Istruzione).

"Sono passati 37 anni da quei tragici eventi - ha detto l'assessore Lampis - in cui persero la vita nostri conterranei e purtroppo ancora oggi la piaga degli incendi non può dirsi combattuta sino alla fine. Per questo motivo abbiamo il dovere della memoria ma abbiamo soprattutto il dovere di lanciare una sfida culturale all'interno delle scuole, perché le nuove generazioni possano contribuire con il loro operato, con la loro coscienza per salvaguardare l'ambiente e l'intero patrimonio paesaggistico della Sardegna." Sulla stessa lunghezza d'onda, Andrea Biancareddu che ha rimarcato il ruolo decisivo delle nuove generazioni per vincere una battaglia culturale.

" Una tragedia di 37 anni fa - ha voluto sottolineare l'esponente della Giunta Solinas - che noi non finiremo mai di commemorare e di piangere perché ha fatto tanti, troppi morti. Una giornata che è stata dichiarata dal Consiglio Regionale "la giornata in onore di tutte le vittime degli incendi in Sardegna", perché purtroppo di incendi se ne parla ancora. Un fenomeno culturale oltre che criminale. Noi lo vogliamo ricordare per i parenti che sono ancora in vita. La nostra missione è soprattutto quella di diffondere nelle scuole una cultura diversa, una cultura di rispetto verso l'ambiente, verso le leggi, l'amore verso gli altri e di mutuo soccorso. E' un impegno che abbiamo preso solennemente anche con l'assessore all'Ambiente. Un impegno che è sancito dalla legge e che dobbiamo portare avanti, mandando sia le guardie forestali, sia i dirigenti di Forestas, tutti quelli che possono fare lezioni di educazione civile e civica, in giro nelle scuole perché una buona educazione, non solo fa bene solo contro gli incendi, ma insegna tante cose che forse valgono di più di una pagina, triste, di storia".

In attesa che i guerrieri del fuoco insegnino nelle scuole il valore della vita umana e della natura, resta l'impegno a non dimenticare chi in quella guerra ha perso ogni cosa.
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