Olbia, tragedia sulla spiaggia: bagnante muore dopo un malore
Inutili i soccorsi. La vittima è un pensionato di 79 anniTragedia sulla spiaggia di Pittulongu, a Olbia.
Un uomo di 79 anni, Matteo Pattitoni, pensionato, è rimasto vittima di un malore fatale mentre stava facendo il bagno, a soli due metri dalla riva.
Gli altri bagnanti che si trovavano sulla spiaggia, in quel momento molto affollata, si sono accorti quasi subito del malessere che ha colpito l'anziano e sono scattati immediati i soccorsi. I tentativi di salvargli la vita, però, si sono purtroppo rivelati vani.
L'uomo, originario di Calangianus ma residente proprio a Olbia, era in spiaggia con la moglie e alcuni amici, con i quali stava chiacchierando poco prima di entrare in acqua e che hanno assistito increduli e sgomenti alla tragedia.
Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri e gli agenti della polizia locale.
A essere fatale al 79enne potrebbe essere stato un infarto oppure una congestione.
POLEMICHE - L'accaduto ha anche innescato strascichi polemici. "E' inaccettabile che nel 2020, in una spiaggia libera di una località cosi nota e frequentata di Olbia, possa ancora accadere un evento cosi tragico", hanno dichiarato Claudio Maurelli e Mario Isoni, segretario e presidente di Federbalneari Sardegna.
"Purtroppo - aggiunge Federbalneari - queste situazioni a rischio le avevamo gia fatte notare non oggi ma nel 2010, quando proponemmo di far realizzare una rete di sicurezza e salvamento nella spiagge principali di Olbia in cui vi è grande affluenza estiva. Una rete pronta ad intervenire esclusivamente sulle spiagge libere. Allora vi fu un grande interesse. Dopo un anno, però, questo progetto importante a tutela dei turisti, peraltro finanziato interamente dai proventi dei canoni versati dai balneari, venne abbandonato per destinare le nostre risorse ad altri settori".
Ancora, aggiunge la nota, "quando assistiamo a scene tristi come queste, viene ancora più rabbia, nel vedere le energie e risorse economiche della città di Olbia, rivolte ad altri interessi piuttosto che alla tutela del turista e delle spiagge libere. Piuttosto che spendere energie e cercare leggi non nazionali per mettere sul lastrico famiglie di assistenti bagnanti e balneari sarebbe meglio dare loro supporto per operare come avvenuto al massimo delle possibilità, affinché tragedie simili non debbano piu avvenire. Mai più".
(Unioneonline/l.f.)