Saltano l'udienza preliminare e vanno al giudizio immediato i genitori e la zia del bimbo segregato in casa ad Arzachena. Così ha deciso il gip del tribunale di Tempio, Caterina Interlandi, accogliendo le richieste dei pm Laura Bassani e Luciano Tarditi. 19 febbraio è la data del processo.

I parenti sono indagati per maltrattamenti e sequestro di persona per le terribili punizioni inferte all'11enne.

Il giudice ha ritenuto di particolare importanza le ammissioni fatte dalla zia. Lo scorso 10 dicembre, quando è stata interrogata in presenza del suo legale, Angelo Merlini, ha confermato tutto. Era lei la "regista" dei maltrattamenti diretti a "correggere" il comportamento del nipotino, ritenuto "troppo vivace". La mamma imponeva le punizioni, e il padre non si opponeva.

A scoprire l'orrore erano stati i carabinieri di Olbia nel mese di giugno. Il ragazzino era riuscito a chiamare il 112 con un telefonino senza scheda sim. Arrivati nella villetta in campagna avevano poi arrestato i genitori (47 anni lui, 45 lei), assistiti dagli avvocati Marzio Altana e Alberto Sechi.

L'11enne aveva raccontato la sua segregazione e nei diari, acquisiti tra gli atti dell'inchiesta, aveva riportato tutto per filo e per segno.

(Unioneonline/s.s.)
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