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Il governo ha contestato quasi integralmente la legge sul Piano casa approvata dal Consiglio regionale della Sardegna il 18 gennaio scorso. Le motivazioni dell'impugnazione sono state pubblicate oggi sul sito del ministero degli Affari regionali e per tutte le norme censurate viene fatto presente che l'intervento regionale è illegittimo perché deroga al Piano paesaggistico regionale (Ppr) che non è derogabile.

Non solo: lo fa sulla base di una scelta unilaterale della Regione, quindi sottraendosi all'obbligo di copianificazione previsto dal Codice dei beni culturali e del paesaggio e all'intesa stipulata con lo Stato (sottoscritta nel 2007 con il ministero dei Beni culturali per l'adeguamento congiunto del Ppr e per la copianificazione per quanto riguarda le zone interne).

Secondo il Governo, la legge sul Piano casa lede il principio di leale collaborazione nei confronti dello Stato.

Nelle lunghissime motivazioni, il testo è definito come "una serie sistematica di modifiche all'ordinamento regionale che consentono: la realizzazione di interventi edilizi, anche di rilevante impatto, in deroga non solo alla pianificazione urbanistica comunale, ma anche a quella paesaggistica; l'irrilevanza/sanatoria di illeciti edilizi, al di fuori dei casi e limiti previsti inderogabilmente dalla disciplina statale". In questo modo, "viene, agevolata la massiccia trasformazione edificatoria del territorio, anche in ambiti di pregio, determinando un grave abbassamento del livello della tutela del paesaggio".

Tra le norme impugnate, quella che prevede edificabilità in agro perché "in contrasto con la finalità dichiarata di salvaguardia dei territori rurali, prestandosi, al contrario, a determinare la trasformazione di insediamenti rurali in insediamenti abitativi, con conseguente grave rischio di fenomeni di c.d. dispersione urbana". Bocciata la pianificazione del sistema delle scuderie della Sartiglia di Oristano perché "consente in maniera indiscriminata su tutto l'agro comunale di Oristano, l'edificazione di strutture zootecniche, in spregio alle previsioni del Ppr e al di fuori delle previsioni degli strumenti urbanistici".

No a tutti gli ampliamenti volumetrici, considerato che solo nella zona A è richiesto il rispetto della disciplina del Ppr. No anche a recuperi di piani pilotis perché "in grado di alterare l'aspetto esteriore dei fabbricati, comportandone lo stravolgimento a livello visivo". Censurato l'articolo 11 relativo al fatto che "i volumi oggetto di condono edilizio sono computati nella determinazione del volume urbanistico cui parametrare l'incremento volumetrico".

Secondo il Governo "la norma ha l'effetto dirompente di capovolgere il principio statale, posto alla base del c.d. piano casa, in base al quale gli abusi edilizi, benché oggetto di sanatoria, non sono mai computabili ai fini di ottenere premialità edilizie su quei volumi, pur sempre frutto di attività illecita". Sempre in materia di sanatorie, per quanto riguarda le tolleranze edilizie (previste nella legge impugnata fino al 5%, ma fino al 2% nel testo unico del 2001) nelle motivazioni si fa notare che "l'ampliamento dell'area delle tolleranze edilizie comporta anche l'effetto di depenalizzare abusi edilizi, con conseguente violazione anche della potestà esclusiva dello Stato in materia di ordinamento penale".

(Unioneonline/D)
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