Sembrava aver scelto la via della diplomazia. E invece il presidente della Regione Christian Solinas è tornato all'attacco chiedendo "l'immediata modifica dell'ordinanza del 22 gennaio scorso", quella che ha messo l'Isola in zona arancione, e "il ritorno della classificazione gialla per la Sardegna".

Il governatore ha scritto una lettera di fuoco al ministro della Salute Speranza: "In caso contrario - le sue parole - saranno avviate azioni legali volte ad evitare ogni ulteriore danno ad un territorio già duramente provato dalla crisi".

"La collocazione della Sardegna tra le Regioni ad alto rischio - spiega - in ragione dell'incidenza dei contagi per 100mila abitanti, avrebbe certamente meritato maggiore ponderazione e condivisione, vista anche la mole di provvedimenti statali che le Regioni, con cadenze imprevedibili, sono tenute ad applicare con enormi sforzi interpretativi".

Fino al 14 gennaio, continua, "la Sardegna era saldamente in zona gialla, e proprio il 14 gennaio si è deciso inopinatamente di abbassare sensibilmente le soglie di rischio per l'ingresso in zona arancione, con immediata esecuzione. Proprio a questa collocazione si è vista candidata, a nostro avviso immotivatamente, la Sardegna".

"I dati immediatamente precedenti a quella data, relativi all'incidenza epidemiologica, segnalavano evidenze migliori di molte altre regioni e un trend in miglioramento", aggiunge. Ecco perché "la collocazione della Sardegna in arancione, dunque, appare immotivata, e nemmeno è possibile individuare con certezza a quali dati si sia fatto riferimento per adottarla".

"I dati da noi trasmessi dopo essere stati tardivamente avvisati dal Ministero - sottolinea - quelli pubblicati da Agenas e il confronto con gli indicatori di altre regioni in zona gialla, confermano l'ingiustizia del provvedimento adottato, tanto più che sono stati attivati numerosi nuovi posti in terapia intensiva e l'indicatore Rt non è mai stato tale da giustificare la collocazione in arancione. Non vi è alcun sovraccarico dei servizi assistenziali".

Quindi l'invito a Speranza: "Nello spirito della leale collaborazione che deve guidare i rapporti tra Istituzioni, le chiedo dunque di modificare l'ordinanza del 22 gennaio. In caso contrario il dovere di tutelare gli interessi generali della Sardegna mi imporrà di intraprendere ogni azione in favore della mia terra. Per la Sardegna non è possibile accettare uno scenario così gravemente dannoso".

(Unioneonline/D)
© Riproduzione riservata