La Sardegna deve fare i conti con una grave carenza di medici ed è questo il punto di partenza di una proposta bipartisan da parte dei senatori dell'Isola affinché vengano aumentate le immatricolazioni di studenti sardi nelle Facoltà di Medicina e Chirurgia della Sardegna.

I dettagli sono stati esposti oggi in aula dal senatore Carlo Doria (Lega), che ha parlato nella sua duplice veste di operatore sanitario e docente universitario stigmatizzando "le criticità emerse in questa pandemia e per suggerire dei provvedimenti correttivi".

Doria, sassarese, ha messo in luce "l'incapacità della sanità pubblica" di affrontare l'emergenza coronavirus” aggravata dalla carenza di personale medico e sanitario, frutto di "scelte miopi", oltre che delle ben note insufficienze infrastrutturali.

I NUMERI - "Nei prossimi cinque anni - ha detto il senatore - verranno a mancare oltre 50mila medici del servizio sanitario nazionale, tenendo conto del fatto che i medici italiani sono tra i più anziani d'Europa, e migliaia sono i posti vacanti". Il problema è altrettanto grave "per infermieri, fisioterapisti e altre figure del mondo sanitario"

Temi, questi, che - ha sottolineato l'esponente leghista - "richiedono una precisa strategia per ripristinare gli organici", e tra i primi provvedimenti dovrebbe esserci "l'abolizione del numero chiuso per l'immatricolazione al corso di laurea magistrale in Medicina e Chirurgia, ormai antistorico e abbandonato in diverse realtà europee".

IL CASO SARDEGNA - Nel dettaglio: "Per la Sardegna, la mia terra, il trend è ancora più negativo per la desertificazione della medicina territoriale, per la mancanza di medici di medicina generale e pediatri di libera scelta nonché per la chiusura numerosi reparti ospedalieri per carenza di medici specialisti".

Nelle Facoltà di Cagliari e Sassari, "si registra un crescente numero di giovani che si laureano in Medicina e Chirurgia e provengono da altre regioni. Ottenuta la laurea, varcano il Tirreno per svolgere la professione nelle regioni di origine". Considerando, ha spiegato Doria, "che a superare il test nazionale è il 10 per cento degli studenti sardi, è evidente che il numero chiuso non consenta la formazione di un numero sufficiente di medici sardi per coprire le esigenze del sistema sanitario regionale".

Ecco quindi la necessità di "mettere in campo un provvedimento straordinario di deroga alla norma richiedendo almeno per i prossimi due anni accademici di immatricolare un numero congruo di studenti tra i due atenei sardi rispetto ai posti annualmente assegnati dal ministero. Tali posti dovranno essere riservati ai nati in Sardegna o residenti da almeno 5 anni antecedenti la domanda, e l'accesso dovrà prevedere un test selettivo con titolo preferenziale per chi ha già sostenuto in precedenza l'esame di ammissione".

La proposta, ha concluso Doria, "è stata condivisa dai rettori delle due università sarde e dalla giunta regionale che sarà parte attiva mettendo a disposizione le risorse necessarie per la copertura dei ruoli docenti aggiuntivi, ritenendolo un investimento necessario".

Si tratterebbe di una modifica con carattere "limitato nel tempo ed eccezionale", nella prospettiva che venga definitivamente abolito il numero chiuso nelle Facoltà di Medicina.

Il senatore ha chiesto che l'argomento venga inserito in un ordine del giorno delle prossime sedute.

(Unioneonline/s.s.)
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