"Si stanno toccando con mano gli effetti della fragilità di un territorio mal gestito e governato per quanto riguarda l'assetto idrogeologico".

Non usa mezzi termini la geologa Laura Cadeddu, referente della Società Italiana di Geologia Ambientale, a proposito dell'ondata di maltempo che ha devastato la Sardegna: "Complessivamente l'occupazione di suolo, l'espansione urbanistica e le opere idrauliche realizzate non sono state attuate secondo una corretta pianificazione geologica, elemento ancora mancante o fortemente carente nella cultura e nei tavoli decisionali".

"Questa situazione di fragilità era comunque ben nota - prosegue Cadeddu - e infatti sono stati proposti dalla Regione progetti di interventi di mitigazione del rischio idrogeologico da finanziarsi con il Recovery Fund, all'interno del 'Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo (ReNDiS)'".

GLI INTERVENTI - Sono interventi di mitigazione del rischio idrogeologico proposti dalla Regione Sardegna, suddivisi in "Interventi fondo progettazione", "Interventi ReNDiS cantierabili 12 mesi", e "Interventi Transizione verde", per un importo complessivo di circa di 193 milioni di euro, che riguardavano in particolare anche la Provincia di Nuoro e il comune di Bitti.

Purtroppo, come spesso accade, "gli eventi precedono gli interventi. Nel contesto attuale risultano prioritari interventi di mitigazione del rischio accompagnati però da una corretta pianificazione atta a scongiurare l'incremento della pericolosità idrogeologica. Sarà necessario vigilare e spingere affinché questi denari pubblici vengano spesi congruamente alla finalità indicata e senza andare invece ad aggravare l'assetto territoriale".

LA DINAMICA - "Da una prima ricostruzione degli eventi - sottolinea Massimiliano Fazzini, climatologo dell'Università di Camerino, geologo e Coordinatore del Gruppo Cambiamenti Climatici della Società Italiana di Geologia Ambientale - si evince che, nel caso dell'alluvione di Bitti, meglio inquadrabile come un mudflow che ha interessato il centro storico della citta, una colata frammista di fango ed acqua si è attivata dai rilievi immediatamente sovrastanti la cittadina in seguito a piogge sicuramente abbondanti ma non precisamente quantificabili, vista l'assenza nelle immediate vicinanze di qualsiasi sito di rilevamento pluviometrico".

"La stazione pluviometrica più vicina - aggiunge - , situata a circa 15 km a nord-ovest - quella di Buddusò - Canalei, ha evidenziato cumulate dalla mezzanotte di ieri e sino alle 17 LT di circa 215 mm mentre la stazione di Villagrande di Strisaili, tra le più piovose dell'intera regione ed epicentro dell'alluvione del 18 novembre ubicata sul versante orientale del massiccio del Gennargentu ha totalizzato nello stesso periodo oltre 315 mm di pioggia".

"La dinamica meteorologica è molto nota - continua - e causa di altri eventi alluvionali che colpiscono sempre più frequentemente il versante orientale dell'Isola: una depressione chiusa centrata ad est delle Isole Baleari ha richiamato aria calda ed instabile da sud est; la componente orografica identificabile nei rilievi organizzati dal Gennargentu verso nord e non distanti dal mare hanno favorito l'innalzamento delle appena citate masse d'aria di origine mediterranea provocando precipitazioni abbondanti e reiterate".

"Se nulla si può fare - conclude - per cambiare la conformazione geologica e geomorfologica, appaiono ormai improcrastinabili gli interventi per una corretta programmazione urbanistica del territorio, nel rispetto delle esigenze della natura".

(Unioneonline/D)
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