Molte delle 276 scuole paritarie della Sardegna non potranno riaprire a causa dell'emergenza Coronavirus. Anzi ,alcuni istituti hanno già deciso di non ripartire.

A lanciare l'allarme una serie di associazioni che rappresentano le scuole non statali, riconosciute, circa il 10% dell'offerta formativa nazionale. E che in Sardegna raccolgono un bacino di 12.235 alunni offrendo circa 1300 posti di lavoro.

"L'emergenza sanitaria - spiegano le associazioni - ha acuito le grosse difficoltà economiche già presenti nell'isola: tante famiglie sono di fronte a perdita di lavoro, cassa integrazione, riduzioni del fatturato. Queste famiglie non sono più in grado di pagare la retta scolastica".

Quindi l'appello: "Noi vogliamo fare scuola e non vogliamo lasciare indietro nessuno. Chiediamo di essere messi tutti nelle stesse condizioni di partenza".

Da qui una serie di proposte, ad iniziare dall'istituzione di un tavolo tecnico permanente della parità in Regione e all'Ufficio scolastico regionale per promuovere il monitoraggio e la salvaguardia delle scuole paritarie. E anche per scrivere insieme leggi, delibere e regolamenti oltre che promuovere i servizi educativi e di istruzione che la rete capillare delle scuole paritarie contribuisce ad erogare completando essenzialmente il sistema nazionale di istruzione.

Viene poi chiesto un intervento con un contributo straordinario, anche in relazione al mancato introito di una parte considerevole delle rette durante il periodo di chiusura a causa della pandemia.

Sollecitato anche il rifinanziamento delle linee di intervento previste da una norma del 1984.

Le associazioni chiedono anche di studiare una legge regionale sul Buono Scuola, già presente in varie forme in otto regioni italiane.

(Unioneonline/v.l.)
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