«Se li promuoveremo tutti? Sinceramente? Penso proprio di sì. È un momento particolare, di grande confusione, anche contraddittorio perché viviamo una condizione innaturale e sconosciuta. E poi, qualcuno dovrà spiegarmelo, perché penalizzare i ragazzi?». Nanni Usai, preside dell'istituto professionale Ianas di Tortolì, ha le idee chiare sul da farsi in vista degli scrutini per le ammissioni alle classi superiori. E fa un mea culpa: «Il corpo docente ha una media di oltre 50 anni e non è abituato all'uso della tecnologia per cui ha mal sopportato le lezioni da casa. Ho però notato che chi era disponibile alla sperimentazione in aula, quindi in presenza degli studenti, lo è stato anche in questo frangente. Viceversa, per gli altri è stato un piccolo disastro».

Sindacati deludenti

A Usai, i mesi di lockdown hanno lasciato qualche strascico: «Ho avuto una sorpresa amara, triste, dai sindacati. Hanno cercato di instillare una reazione di contrasto, richiamando il contratto che non prevedeva il lavoro da casa. Io ho fatto del mio meglio per rendere quanto più indolore questo cambiamento». È ottimista Usai: «I ragazzi hanno perso tre mesi di laboratori, che per loro è l'attività primaria. Ora bisogna guardare avanti e sfruttare questa esperienza per potenziare la tecnologia anche nei laboratori già alla ripresa».

Situazione straordinaria

La propensione al "6 politico" è la naturale conseguenza della circolare ministeriale che invita docenti e capi d'istituto a essere almeno comprensivi, se non magnanimi. «La maggioranza dei colleghi osserverà quanto disposto dal Ministero - conferma Anna Maria Maullu, presidente dell'Associazione nazionale dei presidi - è una situazione straordinaria. E trovo sia giusto ammettere i ragazzi alla classe successiva, informandoli delle loro lacune e consigliandoli di studiare durante l'estate in maniera tale da arrivare a settembre più pronti». Questo perché la didattica a distanza ha funzionato non esattamente bene. «C'è chi non ha patito la differenza e chi, invece, ha avuto moltissime difficoltà. La nostra priorità è incontrare l'Anci per parlare della connessione alla rete in tutti i centri della Sardegna: ce ne sono ancora troppi non serviti». Appunto: come si farà al rientro? «Intanto, diciamo che tutto dipenderà dalla curva dei contagi, se si abbassa va bene, ma se dovesse impennarsi dovremo adeguarci».

Dispersione scolastica

«Negli istituti professionali non si può lasciare un ragazzo in prima, bisogna portarlo in seconda anche se è carente in tutte le materie. La valutazione da noi si fa sulla base del biennio». Daniela Diomedi, dirigente del Meucci di Cagliari, nonostante questa abitudine, puntualizza: «Nel biennio funziona così perché la dispersione scolastica tocca pesantemente le prime due classi. Per le altre non saranno promozioni regalate. Chiaro che punteremo il giudizio complessivo su ciò che si è fatto sino a marzo. A scuole chiuse, la scuola si è comunque impegnata per cercare di sostenere la didattica. Ad alcune famiglie che non potevano permetterselo abbiamo pagato l'abbonamento a Internet per tre mesi. Noi contiamo moltissimi pendolari. Speriamo si possa tornare alla normalità». E la Maturità? «L'esame mi lascia tranquilla. In fondo, dobbiamo dare un patentino professionale ai ragazzi. Ci sarà un alto numero di promossi, come accade sempre da noi. Superato il biennio, diciamo che gli studenti lavorano bene e vano avanti senza problemi».

Timori per nuova ondata

Superato il periodo di quarantena, ricevuto il conforto dei vertici ministeriali per il comportamento da tenere per il fine anno, i timori riguardano il futuro, cioè settembre, il mese della riapertura. La paura di una nuova ondata non fa dormire sonni tranquilli. Ma ci si prepara. «Per le scuole sono state messe a disposizione ingenti risorse, molti soldi per i presidi sanitari, per i dispenser e per quanto servirà a far fronte all'emergenza», dice Anna Maria Maullu. «Ci siamo incontrati con i colleghi per riflettere a voce alta su come affrontare la ripresa della scuola. Non mancheranno i soldi, ma servono anche spazi. Aspettiamo», commenta Nanni Usai.

Vito Fiori

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