Un paziente passato per il "Blocco M" e un medico del Pronto soccorso del Policlinico di Monserrato sono risultati positivi al Covid-19. Lo ha rivelato ieri Luca Locci, del coordinamento regionale del Sindacato generale di base, con una nota indirizzata anche al presidente della Regione, Christian Solinas, nella quale si rimarcava ancora la carenza di dispositivi di protezione sufficienti per il personale.

«Reputiamo grave il fatto accaduto in queste ore», si legge nel comunicato, «sia il contagio del medico del Pronto soccorso, sia quanto successo presso il blocco M, dove un paziente portato in radiologia e poi ricoverato, è risultato positivo al Covid-19». Dall'Azienda ospedaliero-universitaria è arrivato poi il chiarimento che i due episodi risalgono alla scorsa settimana. «Il medico - fanno sapere dal Policlinico - avrebbe contratto l'infezione non a lavoro ma esternamente e non sarebbe rientrato. Fatti i tamponi ai colleghi, sarebbero tutti risultati negativi. Il paziente, invece, era arrivato al Pronto soccorso con dolori addominali: solo dopo la radiografia si è capito che si trattava di polmonite e, riscontrato positivo al Covid-19, sarebbe stato trasferito al Santissima Trinità. Anche i tamponi fatti a pazienti e personale del blocco M sono risultati negativi.

È di ieri anche la protesta del sindacato FSI-USAE, con la segretaria Mariangela Campus che ha contestato (con una diffida) una circolare dell'Azienda ospedaliero-universitaria che impedisce ad alcuni operatori socio-sanitari, assunti per l'emergenza, di tornare nei loro Comuni di residenza nel Sassarese. «Si tratta di un provvedimento limitato a questo periodo di estrema gravità a difesa dei pazienti», chiarisce l'azienda. «Riguarda solo 12 oss assunti a marzo e che hanno indicato una residenza in Comuni sedi di preoccupanti focolai». Il Policlinico conferma una serie di provvedimenti duri a tutela dell'incolumità dei pazienti, come la sospensione delle visite ai degenti, lo stop per i papà in sala parto e altro ancora. «Ci rendiamo conto che il provvedimento potrebbe creare disagi a questi colleghi», conclude l'azienda, «siamo pronti a trovare una soluzione con Ats che consenta loro, in questo periodo, di lavorare nelle zone di residenza». (fr. pi.)

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