Numeri importanti per la manifestazione che sabato 7 marzo vedrà il Comitato nato in difesa dell'ospedale portare la protesta direttamente sulla 131. Si innanza così il livello di protesta per la mancata riapertura del punto di primo intervento al Delogu di Ghilarza. Al momento si registra l'adesione di 239 vetture ma in realtà potrebbero essere molte di più visto che qualcuno potrebbe decidere di accordarsi pur non avendo ufficializzato la propria adesione.

Numeri che in ogni caso fanno già ipotizzare la presa di posizione di 800 - 1000 persone, tenendo conto degli spazi disponibili in ogni vettura che formerà il lungo serpentone d'auto che creerà rallentamenti importanti sulla principale arteria stradale sarda. La corsia di sorpasso resterà libera, ma è chiaro che i disagi ci saranno per i pesanti rallentamenti che subirà il traffico nei sei chilometri di percorso individuati per mettere in atto la protesta. Dal comitato spiegano: "Dalle alle 9.45 è previsto il raduno dei manifestanti di Norbello e Aidomaggiore nello stradone interno della Zona Artigianale di Norbello. Il raduno dei manifestanti di tutti gli altri Comuni avverrà invece nella Zona Artigianale di Abbasanta con accesso dalla via Olbia e incolonnamento ordinato lungo la strada perimetrale. Tutti gli automezzi dovranno incolonnarsi rivolti in direzione dell'uscita sulla S.S. 131, seguendo le indicazioni del Servizio d'ordine del Comitato".

E aggiungono: "La partenza è prevista per le 9.45 con uscita sulla S.S. 131, prima della colonna di Norbello e poi di quella di Abbasanta. La direzione di marcia sarà verso Sassari fino al cavalcavia di Norbello, dove si svolterà tornando verso Cagliari fino al cavalcavia di Paulilatino, dove si svolterà nuovamente per tornare in direzione Sassari, fino all'uscita 2 dopo Losa in direzione Cagliari, poi ancora a Paulilatino e ritorno al punto di partenza/Zona Artigianale di Abbasanta". Salta per l'alto numero dei partecipanti l'assemblea inizialmente prevista a fine corteo. E dal Comitato chiariscono: "Suggeriamo ai manifestanti di lasciare liberamente il corteo dopo il secondo giro". Raffaele Manca, coordinatore del comitato quindi spiega: "La vertenza subisce un aumento di livello per la mancata risposta sia della politica che della burocrazia. La richiesta rimane sempre la stessa, ferma e determinata per riavere la riapertura del presidio di primo intervento dell'ospedale di Ghilarza, chiuso ormai dai primi di novembre e regolarmente previsto dal Piano regionale di revisione della rete ospedaliera".
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