Anche se la Sardegna facesse registrare il primo caso di contagio da coronavirus - sono in corso gli esami per l'accertamento definitivo nei confronti di un uomo ricoverato a Cagliari - la regione resta "no Cluster".

Il ceppo, infatti - spiega la Protezione civile dell'Isola -, non ha un ceppo autoctono ma 'importato', per questo motivo i protocolli previsti, al momento, restano invariati".

L'imprenditore di 42 anni, cagliaritano, che gestisce un locale, era stato a Rimini a febbraio per la Beer and Food Attraction, una fiera dedicata ai birrifici artigianali.

Per tornare in Sardegna aveva preso un volo per Cagliari, ma al suo arrivo non era stato sottoposto ai controlli col termoscanner che - secondo le disposizioni vigenti in quel momento - era previsto solo per i voli internazionali e in arrivo da Fiumicino. Solo tre giorni dopo l'ordinanza era stata estesa a tutti gli arrivi.

Appena atterrato si è sentito male, e non è andato nel locale che gestisce nel capoluogo sardo.

Sua moglie, suo figlio e un amico che insieme a lui era a Rimini sono stati messi in quarantena, così come le persone che erano in aereo con lui, ma limitatamente a quelli fino a due file davanti e dietro il posto del 42enne. Per tutti gli altri ci si limita a una vigilanza sorvegliata.

L'imprenditore resta ricoverato al Santissima Trinità dove è arrivato con un'ambulanza del 118.

(Unioneonline/s.s.)
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