Le riforme in Sardegna non finiscono mai. Iniziano, si fermano. E se si concludono con una legge ripartono con un'altra. Siamo alla riforma della riforma. Sanità? Fatta e da rifare. Urbanistica? Quasi fatta, bloccata, rifatta. Se tutto va bene arriva per l'estate. Forestas, ''agenzia tecnico operativa della Regione nel settore forestale e ambientale'' ha una storia simile. Nel 2016 il varo della legge che istituisce l'agenzia ''per lo sviluppo del territorio e l'ambiente della Sardegna'', poi le ''integrazioni'' (si legge nel sito) del 2017, 2018, 2019.

RISORSA DI TUTTI - Forestas ha 4mila dipendenti. Storia e futuro si intrecciano con il passaggio dei lavoratori dal contratto agricolo a quello pubblico regionale. Soluzione controversa, con tanto di ricorso al Tar dei confederali (che criticano il comparto unico) e spaccatura con gli autonomi. Mentre Uil agricoltura e Uil funzione pubblica trattano sul nuovo contratto. Ora il fronte sembra ricompattato sulla nomina del commissario e la stabilizzazione di 1200 precari. Se il primo non arriva, gli altri restano a casa. La vertenza così gira nei palazzi della Regione. Qui non c'è un investitore privato, non c'è uno stabilimento da riavviare e nemmeno una bolletta energetica da correggere. C'è il capitale, un milione di ettari di foreste.

STATO E REGIONE - Sulla nascita di Forestas la Regione aveva vinto l'ennesimo scontro con lo Stato. Considerava illegittimo il passaggio del personale e l'incremento di risorse (un milione di euro) per l'applicazione del contratto regionale. Ma la consulta ha rigettato il ricorso: era tutto in regola. Il ''passaggio'' contenuto nella legge varata a Febbraio, viene dettagliato nelle delibere di attuazione della scorsa estate. Sono quelle contestate dai segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil. La nuova protesta a Villa Devoto ha puntato su un obiettivo chiaro a tutti: servono i soldi per i precari ''semestrali'' (4 milioni) e il commissario per approvare il bilancio. Incombe inoltre l'esigenza di una norma che definisca i criteri di stabilizzazione. La Regione promette una soluzione a Gennaio. Diversamente il percorso si interrompe. Di fatto, una riforma incompiuta.

ALBERI E TURISMO - Il primo rapporto nazionale sulle foreste, aprile di quest'anno, traduce in occupazione e denaro il patrimonio verde del Paese. Le foreste producono 100mila occupati. Lavorano i forestali, certo, ma anche i raccoglitori di funghi e castagne. Poi c'è l'industria del legno usato. Gli stabilimenti del riciclo fatturano 2,8 miliardi l'anno con 30mila occupati. Scontato nell'Isola guardare al turismo e alla RES, la rete escursionista della Sardegna. Un altro pezzo della riforma che ha portato a Forestas. Un dato nazionale mette in valore le potenzialità dell'agenzia: le foreste si sono riprese le terre abbandonate. E superano, con 11 milioni di ettari, le superfici agricole. Crescita veloce, quasi il 73% in più in 80 anni. Se la priorità nazionale è la ''svolta green'' è giusto ricordare che la bio-economia passa dal legno, ma l'Italia ne importa ancora oltre 20 milioni di tonnellate da paesi extraeuropei. La ''mission'' di Forestas è il modello che abbraccia tutto questo. Ma la pianta della riforma cresce a rilento.
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