Il Dossier statistico immigrazione 2019 verrà presentato a Cagliari giovedì 24 ottobre. A partire dalle 10.30, nell'aula magna Maria Lai dell'Università, verranno resi noti i numeri più aggiornati sul fenomeno che riguarda la Sardegna.

Il documento, curato dal Centro studi e ricerche Idos, viene realizzato con la collaborazione di strutture pubbliche e del mondo sociale.

Ad aprire i lavori sarà Piera Loi, docente di Diritto del lavoro e direttrice del Centro studi di relazioni industriali. Seguiranno poi vari interventi tra i quali quello di Gianny Loi, docente di Diritto del lavoro, e di Maria Tiziana Putzolu, consigliere di Parità della Regione Sardegna.

Tra gli argomenti di discussione, il calo generale della popolazione, il cui progressivo declino ha avuto inizio già a partire dal 2013, e di conseguenza il tasso di crescita negativo della popolazione totale nell'Isola, e il lento e progressivo rallentamento delle presenze immigrate negli ultimi anni.

I commenti saranno affidati a Daniela Sitzia (ANCI Sardegna), Stefano Messina (Migrantes) e alla mediatrice culturale Jasmina Mahmutcehajien.

I DATI NAZIONALI - Sul fronte nazionale, sono stati anticipati alcuni dati che riguardano in particolare le religioni osservate dagli stranieri presenti in Italia.

Ed emerge che, contrariamente all'opinione comune, tra gli stranieri in Italia i cristiani sono la maggioranza (2.742.000, pari al 52,2% del totale) e la componente musulmana ammonta solo a un terzo del totale (1.733.000 fedeli, il 33,0%).

I tanti romeni presenti, da diversi anni di gran lunga la prima collettività straniera in Italia con 1,2 milioni di residenti, rafforza la componente dei cristiani ortodossi che, con 1 milione e mezzo di fedeli stranieri, supera, tra questi ultimi, i cattolici (meno di 1 milione). Oggi la Chiesa romena vanta oltre 200 parrocchie.

In diminuzione invece la presenza evangelica (il 4,4% del totale).

Per quanto riguarda i musulmani, una buona parte proviene dall’Europa balcanica (principalmente albanesi, non particolarmente praticanti) e dall’Africa mediterranea (innanzitutto dal Marocco).

"Quello più diffuso in Italia - spiega Paolo Naso, politologo dell’Università Sapienza di Roma e membro del comitato scientifico del Dossier Statistico Immigrazione - è un islam 'culturale', alimentato da un remoto richiamo della memoria religiosa del Paese d'origine che si esprime soprattutto nel digiuno del mese di ramadan e nella partecipazione ad alcuni momenti comunitari".

Il documento completo verrà presentato a Roma e nelle altre sedi territoriali.

(Unioneonline/s.s.)
© Riproduzione riservata