Depositate le motivazioni della sentenza d'appello che aveva confermato 30 anni di carcere nei confronti dell'ex primula rossa Graziano Mesina.

A giugno, dopo la condanna in secondo grado dello scorso anno, la Procura generale e la stessa Corte d'Appello di Cagliari l'avevano scarcerato, applicandogli una misura di sicurezza, per scongiurare la decorrenza dei termini.

Una decisione che aveva fatto scattare un vespaio di polemiche e minacce da parte del ministero di invio degli ispettori.

Ora, in 174 pagine depositate e trasmesse ai difensori, la Corte d'Appello presieduta dal giudice Giovanni Lavena ha spiegato le ragioni per le quali non è stato accolto il ricorso, confermando di fatto l'intero impianto probatorio che aveva portato alla pesantissima condanna di primo grado.

Era stato arrestato in un blitz dei carabinieri nel 2013 e gli era stata revocata la grazia, concessagli nel 2004 dall'allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, perché ritenuto dalla Direzione distrettuale antimafia di Cagliari ai vertici di due bande dedite al traffico di droga tra la Penisola e la Sardegna.
© Riproduzione riservata