In un'aula affollata della Seconda sezione penale del Tribunale di Cagliari si è aperto oggi il processo sull'incidente tra i due treni della metropolitana di superficie che si sono scontrati il 19 gennaio 2016 a Cagliari, provocando il ferimento di 85 dei 150 passeggeri che viaggiavano sui due convogli. Oltre ai due macchinisti - con l'accusa a vario titolo di disastro ferroviario e lesioni colpose - sono finiti in sette.

E l'aula del collegio presieduto dal giudice Giovanni Massidda, coadiuvato dai colleghi Andrea Mereu e Giuseppe Carta, oggi era piena di avvocati sia degli imputati che delle decine di parti civili che si sono costituite. Prima dell'avvio del dibattimento, il Tribunale ha escluso le Assicurazioni Generali dal processo: erano state chiamate in qualità di responsabili civili con l'Arst, ma siccome i treni erano assicurati (ma nessuna norma obbliga questi mezzi ad esserlo) i giudici hanno deciso di lasciare solo l'Arst quale responsabile civile (l'azienda è contemporaneamente anche parte civile nei confronti di alcuni imputati).

L'udienza (foto L'Unione Sarda - Pinna)
L'udienza (foto L'Unione Sarda - Pinna)
L'udienza (foto L'Unione Sarda - Pinna)

Il pubblico ministero Guido Pani ha chiamato sul banco dei testimoni il capitano della Polizia Municipale, Francesco Podda, l'investigatore - il giorno della scampata tragedia - ha ricevuto l'incarico di effettuare i rilievi e che poi ha condotto le indagini. Podda ha ricordato che i due treni della metro di superficie di Cagliari si scontrarono frontalmente in un tratto della linea a binario unico, dopo aver fatto uno "scambio" con altri convogli nelle stazioni che consentono l'affiancamento grazie ai doppi binari.

L'investigatore della municipale ha anche escluso che i conducenti avessero bevuto o fossero sotto l'effetto di dorghe, visto che tutte le analisi fatte risultarono negative. Tra le notizie rivelate ai giudici anche il fatto che il giorno prima dell'incidente se ne fosse sfiorato un altro: i due treni si trovarono faccia a faccia riuscendo a frenare e facendo retromarcia sino alla fermata con doppio binario per effettuare lo "scambio".

Gli imputati a giudizio sono i due macchinisti Fabrizio Vilia e Mauro Angioni (quest'ultimo rimasto gravemente ferito), l'addetto ai controlli del traffico Roberto Randaccio, il direttore di esercizio di Metrotranvie Carlo Ornano e il direttore di esercizio ferroviario Franco Lai, quindi i due dirigenti dell'Arst, la società che gestisce la metro leggera, Walter Arru e Sergio Romoli. La tesi del pm Pani è semplice: il giorno della collisione, avvenuta alle 8 del mattino, non sarebbero state rispettate le prescrizioni del regolamento, sostituite da ordini di servizio che poi, nella pratica, si sono dimostrati insicuri. Il 5 novembre ci sarà la prossima udienza, interamente dedicata ai testimoni dell'accusa.
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