Isis, antrace per avvelenare l'acqua: il piano di un terrorista a Macomer VIDEO
Il 38enne nato in Arabia Saudita è rinchiuso nel carcere nuorese di Badu 'e Carros, dopo il blitz del NocsVoleva avvelenare acquedotti pubblici utilizzando veleni come antrace e ricina. È questo il sospetto degli inquirenti che, questa mattina - in pieno centro a Macomer, con un blitz dei Nocs - hanno arrestato per associazione terroristica internazionale Amin Al Haj, 38enne di origini arabe.
Secondo riscontri investigativi, l'uomo - che viveva in una palazzina nel quartiere di Scalarba con la compagna marocchina e quattro figli - da tempo era seguito e monitorato dalle forze dell'ordine.
Il suo progetto, stando alle accuse, era quello di avvelenare serbatoi e impianti di potabilizzazione dell'acqua.
Al Haj sarebbe un fondamentalista vicino all'Isis. Aveva con sé documenti falsi, uno libanese e l'altro israeliano.
L'indagine, portata avanti dalla Procura di Cagliari e dalla Digos di Nuoro, è stata coordinata dalla Procura nazionale distrettuale antimafia. Nel pomeriggio, a Roma, sono stati illustrati i dettagli dell'operazione antiterrorismo.
Le indagini sono state avviate a Cagliari il 17 settembre quando - attraverso l'Intelligence - è stata comunicata la presenza di un "palestinese" che si stava muovendo a Macomer pronto a fare un attentato con l'uso di veleni.
L'informazione è arrivata dopo l'arresto in Libano di un cugino dell'indagato, accusato anche lui di aver aderito all'Isis e di aver portato avanti l'avvelenamento di una cisterna utilizzata dall'esercito libanese.
Dalle indagini è emerso che nel suo smartphone è stata trovata documentazione relativa alle sostanze velenose e cancerogene come le aflatossine letali B1 e il pesticida Metomil.
L'immediata perquisizione effettuata con l'aiuto della polizia scientifica ha portato al sequestro di supporti informatici e campioni di sostanze in polvere.
L'uomo cercava dunque sul web componenti velenosi e pesticidi dalla concentrazione di molto superiore a quella consentita nei prodotti di libera vendita in Italia. E il materiale informativo raccolto sulle tossine alimenta il sospetto che ci fosse un progetto di attacco di tipo chimico-biologico.
Amin si trova ora rinchiuso nel carcere nuorese di Badu 'e Carros.
(Unioneonline/s.a.)
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IL PROCURATORE ANTIMAFIA E ANTITERRORISMO: