Traghetti Tirrenia per la Sardegna assicurati fino al 3 dicembre. Dopo, le navi sono destinate a fermarsi. Questo perché il ministero dei Trasporti non sembra intenzionato a firmare una nuova proroga della concessione alla compagnia né a versare i 42 milioni di euro per la copertura del servizio fino al 28 febbraio 2021.

Una situazione di stallo e incertezza, che, lamentano i sindacati, genera preoccupazione, sia per il futuro dei collegamenti marittimi operati da Tirrenia da e per la Sardegna sia per gli effetti occupazionali dello stop delle linee annunciato dalla compagnia con una possibile ricaduta su 500 marittimi.

"Questa è una partita che deve essere giocata con atti ufficiali e non può regnare l'incertezza - commenta il segretario generale della UilTrasporti Sardegna William Zonca - per questo attendiamo comunicazioni ufficiali da parte dei due soggetti coinvolti, Tirrenia e Mit, per capire cosa ne sarà dei collegamenti da e per l'Isola".

Nelle scorse ore sia la compagnia che il ministero hanno chiarito la propria posizione.

Il Mit, dopo il no agli aiuti di Stato ribadito da Bruxelles, non ha in realtà dato risposte precise e dettagliate sulla situazione riguardante le tratte Genova-Olbia-Arbatax, Napoli-Cagliari, Cagliari-Palermo e Civitavecchia-Arbatax-Cagliari, precisando, in generale, che "sono in corso ulteriori approfondimenti per individuare il modello migliore di gestione delle esigenze di servizio pubblico" e che, per la tratta merci Livorno-Cagliari, "la libera iniziativa economica è idonea a garantire le esigenze di servizio pubblico e non sussiste più la necessità di mantenere in vita misure di intervento pubblico".

Dal canto proprio, la compagnia si è detta "in attesa di risposte circa la proroga al 28 febbraio che stiamo operando, in assenza di coperture dal 18 luglio sulla parola e con grande senso di responsabilità verso la Sardegna che colleghiamo dal 1880 e verso i nostri 6.000 collaboratori".

Il tutto, come detto, confermando che i collegamenti saranno garantiti solo fino a giovedì 3 dicembre, "con l'auspicio che questo tempo, per noi ormai non più prorogabile, sia sufficiente al Ministero per dare le risposte che la società, i suoi collaboratori e i territori coinvolti stanno chiedendo dal luglio scorso".

(Unioneonline/l.f.)

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