Calo, ma non crollo. Le prime stime della Regione dicono che la disgraziata estate 2020 ha quasi raggiunto 10 milioni di presenze turistiche, e qualche altra briciola potrebbe arrivare nelle prossime settimane. Per ora, confrontando i numeri con quelli dei primi otto mesi del 2019, la flessione è del 20 per cento.

Il calcolo si basa sui dati degli arrivi nei porti e negli aeroporti sardi, che grazie a un buon mese di agosto sono riusciti a recuperare una parte del terreno perduto a causa del Covid. «Numeri che confermano quanto anticipavo all'inizio della stagione, tra l'incredulità di alcuni», dice il presidente della Regione Christian Solinas. Certo, impossibile non fare un confronto con le stagioni degli ultimi anni, sempre in crescita. E pure questa estate, prima che scoppiasse l'emergenza, era prevista col segno più.

Campagna contro l'Isola

«Sono dati che risentono pesantemente della crisi determinata dalla pandemia», prosegue il governatore, «ma che attestano, in modo indiscutibile, che il sistema turistico sardo ha saputo affrontare nel migliore dei modi, pur tra enormi sacrifici, la situazione di difficoltà. Il tracollo del comparto turistico non c'è stato, nonostante un attacco mediatico senza precedenti che la Sardegna ha dovuto subire, patendo gli effetti di una campagna studiata a tavolino e finalizzata a indicare la nostra isola, priva di focolai autoctoni e con un indice di contagio vicino allo zero, come una terra infetta e pericolosa».

Negli scali

Le stime sulle presenze si basano sul traffico passeggeri registrato negli scali sardi. Secondo i dati illustrati ieri nel corso di un incontro organizzato dall'assessore al Turismo Gianni Chessa con albergatori e altri operatori del settore, gli arrivi turistici sono stati poco più di 1,6 milioni. Nei porti sardi, tra giugno e agosto, è sbarcato un milione di passeggeri. Di questi, secondo il calcolo della Regione, circa 848mila erano turisti. Altri 786mila sono invece quelli arrivati negli aeroporti dell'Isola. «Le presenze turistiche nel periodo preso in considerazione, in base ad una permanenza media calcolata in 7 giorni, sono 9.875.486, non comprensive della nautica da diporto», scrive la Regione.

Sei dati venissero confermati a fine stagione, tra le righe ci sarebbe una buona notizia: la permanenza media sarebbe in crescita, visto che nel 2018 e 2019 era di circa 4 giorni per ogni arrivo.

Le prospettive

Nel frattempo la Regione «sta valutando le azioni per tutelare l'immagine dell'Isola», avverte Solinas, che comunque confida «in un mese di settembre che possa ulteriormente incrementare il numero delle presenze portandolo ad un livello complessivo vicino a quelli consueti».

Gli albergatori, e non solo loro, sono però preoccupati per quello che potrebbe succedere da ottobre in poi, quando scadrà la continuità territoriale (servirà l'ennesima proroga) e le low cost potrebbero tagliare le proprie rotte. Solinas ha promesso «nuove risorse» per il comparto turistico e ha annunciato un impegno della Giunta «per dare definitiva attuazione ad un adeguato sistema di continuità territoriale».

I collegamenti aerei preoccupano, non poco, gli albergatori e gli altri addetti del settore turistico: a fine ottobre scadrà il contratto con Alitalia (all'orizzonte c'è l'ennesima proroga) e le compagnie low cost potrebbero ridurre il proprio impegno negli scali sardi.

Michele Ruffi

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