Le forti pressioni delle industrie automobilistiche e delle concessionarie hanno prodotto i risultati attesi: il decreto Rilancio all'esame del Parlamento (il testo finale dovrebbe essere licenziato entro questa settimana) è stato rivisto con una proposta che incrementa gli incentivi per l'acquisto di auto meno inquinanti e penalizza invece i grossi Suv e i mezzi che producono alte quantità di CO2.

Una boccata d'ossigeno per la filiera automobilistica che ha sofferto il periodo di isolamento deciso dal Governo Conte, con la chiusura delle fabbriche e di molti centri produttivi. Ora, si cerca di voltare pagina anche se il mercato è ancora lontano dal tornare ai livelli standard degli ultimi anni. I numeri della crisi A giugno, i danni sono stati limitati rispetto al meno 90% dei mesi precedenti, ma resta la crisi profonda, soprattutto nel nostro Paese. Le immatricolazioni, infatti, hanno fatto segnare un -23% (132 mila unità vendute) rispetto allo stesso mese del 2019, mentre dall'inizio dell'anno il calo è in media del 46%. Si parla di una perdita di fatturato di circa 9 miliardi di euro per il settore in Italia, con un danno per l'erario di quasi 2 miliardi per il solo gettito Iva. Ecco perché gli incentivi vengono attesi come una manna dal cielo soprattutto dai concessionari. Tutte negative le performance dei principali marchi del settore, con poche eccezioni tra cui Volvo e Porche, che crescono nelle vendite, mentre Mazda, Seat e Skoda riescono a mantenere gli stessi volumi del 2019, forse grazie ai nuovi modelli messi in campo con bassi livelli di consumo e un occhio di riguardo all'ambiente. Gli incentivi E proprio alla riduzione dei livelli di emissione guardano anche i provvedimenti inseriti in un emendamento del decreto Rilancio che prevede un sostegno al settore dell'automotive.

Dopo i bonus per bici e monopattini elettrici, dunque, arrivano anche quelli per le auto. Il via libera dovrebbe esserci come detto in settimana e si dovranno poi attendere le istruzioni dell'Agenzia delle entrate ma i benefici partiranno dal 1° agosto e saranno validi fino al 31 dicembre del 2021 (ma dovrebbero rientrare nella misura anche i mezzi acquistati da marzo scorso). In sostanza si potranno avere fino a diecimila euro di bonus se si acquista un veicolo con emissioni di CO2 comprese tra 0 e 20 grammi per chilometro. In sostanza, il bonus massimo è previsto per le auto elettriche oppure per le ibride più avanzate, con la possibilità che duemila dei diecimila euro di incentivo vengano garantiti dai concessionari. Le ibride, quelle che rientrano tra i 21 e i 60 grammi di CO2 per chilometro avranno invece fino a 6.500 euro di incentivo. Infine, è previsto un contributo, anche se più contenuto, anche per le auto Euro 6, purché non si vada oltre i 110 grammi di CO2 per chilometro. In questo caso il contributo dovrebbe essere di 3.500 euro ma potrebbe scendere a 1.750 euro in caso di acquisto senza rottamazione. Queste cifre sono previste soprattutto in caso di sostituzione di un veicolo inquinante, mentre senza dire addio alla vecchia auto gli incentivi saranno ridotti ma sempre invitanti per chi deve acquistare un'auto nuova. Il prezzo di listino, infine, non deve essere superiore a circa 60 mila euro Iva inclusa, ma nel caso di motori che producono fino a 110 grammi di CO2 il limite scende sotto i 50 mila. Dunque niente Suv o berline di lusso anche se ibridi o elettrici. In sostanza, l'idea del legislatore è quella di incentivare in modo più sostanzioso la sostituzione del parco auto con mezzi più moderni e meno inquinanti passando dalle automobili con alti livelli di emissioni a quelle che invece non immettono nell'aria polveri o anidride carbonica fino a premiare al massimo chi si muove con un veicolo elettrico.

Altri incentivi I bonus decisi dal Governo, dunque, si vanno ad aggiungere a quelli già esistenti a livello regionale per l'acquisto di mezzi elettrici o ibridi. In Sardegna, ad esempio, per le piccole e medie imprese che operano nell'Isola da almeno cinque anni è possibile comprare un mezzo elettrico, furgone o pulmino, con incentivi consistenti, che vanno dai 15 ai 25 mila euro a seconda del prezzo (il bonus arriva a coprire fino al 75% del costo sostenuto dall'azienda).
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