E' stato approvato all'unanimità il bilancio 2019 del Consorzio di tutela del pecorino romano. Il via libera è arrivato dall'assemblea dei soci riunita in videoconferenza, misura necessaria per le normative anti Covid.

Il bilancio è stato chiuso in pareggio, come di consueto.

Il totale del valore della produzione nel 2019 è stato di 2 milioni e 710mila euro: le contribuzioni a carico dei produttori (94,84% produttori associati e 5,16% produttori non soci) sono state di 1 milione e 76mila euro, gli altri ricavi e proventi sono rappresentati in particolare dai contributi da Enti Pubblici (1 milione e 199mila euro).

Gli investimenti più importanti dell'anno 2019 sono relativi alla protezione e tutela del marchio dalle contraffazioni, all'attività legale per evitare i Dazi Usa e alle iniziative promo-pubblicitarie per far conoscere il prodotto in nuovi mercati esteri, rafforzandone allo stesso tempo la presenza su quelli più abituali.

Le spese legali per la protezione del marchio dalle contraffazioni è continua e molto impegnativa. I tentativi di imitazione sono infatti continui e richiedono una vigilanza ininterrotta.

"E' una delle attività che più hanno impegnato il Consorzio, per esempio a Singapore dove si è riusciti a ridimensionare l'associazione dei nomi comuni rispetto al nostro marchio, ma anche in Giappone dove abbiamo finalmente registrato il marchio distintivo con la testa di pecora stilizzata e in tanti altri Paesi dove si cerca di contrabbandare prodotti scadenti con nomi simili al nostro. Per portare avanti quest'attività di tutela, nel 2019 abbiamo triplicato le spese legali", spiega il presidente Salvatore Palitta.

A gennaio 2019 l'assemblea dei soci aveva dato il via libera alla modifica del Disciplinare di produzione, per introdurre tre nuove tipologie di prodotto e un preciso elenco delle razze abilitate alla produzione: un Pecorino Romano "Extra", a basso contenuto di sale (non potrà avere più del 3,5% di componente salina), un altro che avrà l'indicazione "Riserva" con una stagionatura di almeno 14 mesi (saranno poi applicati bollini supplementari da 18-20-24-30 mesi in base al livello di maturazione a cui si vorrà portare il prodotto) e un ultimo di "Montagna" (già previsto da un regolamento comunitario che presuppone una serie di requisiti rispetto allo standard e una serie di vincoli orografici, come l'allevamento al di sopra dei 600 metri o le lavorazioni in ambito territoriale fatte al massimo a 10 chilometri dal limite altimetrico.

"Consideriamo questa una scelta estremamente importante per il futuro del prodotto e dell'economia che genera", sottolinea Palitta. "Con i nuovi prodotti potremo posizionarci su segmenti di mercato inediti, far conoscere un prodotto più delicato ed elegante e andare incontro alle esigenze di consumatori che cercano sapori gourmet. Non dimentichiamo che il 2019 è stato l'anno di lancio dello snackorino, lo snack di pecorino romano da 20 grammi destinato a bambini, ragazzi e sportivi ma gradito a tutti.

Tutto questo ci permetterà anche di affrontare con più forza i mercati post Covid: gli analisti di mercato sono infatti tutti concordi nel dire che le strategie vincenti per sopravvivere alla crisi economica da pandemia sono innovazione e differenziazione. Solo così ci si potrà imporre su mercati profondamente cambiati, che non saranno mai più gli stessi: noi, con i nostri prodotti, andiamo esattamente in questa direzione", conclude Palitta.

(Unioneonline/F)
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